Il futuro della cooperazione

Cosa serve per rilanciare le coop. Roberto Negrini, rieletto presidente di Legacoop Toscana

Sono 755 le cooperative toscane che aderiscono a Legacoop Toscana, e valgono oltre 8 miliardi di euro di fatturato e 2 milioni di soci. «Per valorizzarle è necessario rimettere al centro il rapporto con i soci e riappropriarsi di quell’etica che le distingue dalle altre forme d’impresa»: sono parole di Roberto Negrini, confermato presidente nel corso del 14° Congresso regionale lo scorso 30 gennaio a Firenze – a Roma dal 2 al 4 marzo quello nazionale. È stato rieletto da circa 300 delegati, convinti da un programma incentrato sui valori identitari che si possono rinvigorire attraverso misure concrete delle istituzioni per garantire legalità e migliore qualità del lavoro e dei servizi offerti. A partire da «maggiori controlli per smascherare le false cooperative e le società di comodo» fino ai cambiamenti nelle norme sugli appalti, a una riforma fiscale e previdenziale per le fasce di reddito più deboli, passando anche dalla modifica della legge regionale sulla cooperazione.

Quali saranno i passi futuri di Legacoop Toscana?
Due le linee di azione: da una parte chiediamo alle amministrazioni pubbliche e all’impresa privata il riconoscimento di tariffe che consentano un salario dignitoso per i lavoratori; dall’altra lavoriamo affinché i valori della cooperazione guidino le scelte delle nostre imprese. Siamo e vogliamo continuare ad essere un movimento che contribuisce a costruire una società più giusta, riducendo le diseguaglianze e realizzando una piena democrazia economica.

C’è un problema di bassi salari da affrontare?
Sì, ed è indispensabile perché oltre che per un fatto di giustizia, i bassi salari sono ormai un problema per tutta l’economia italiana. Assistiamo a un impoverimento continuo e graduale e la conseguenza è la scomparsa del ceto medio; come possiamo pretendere che chi va a fare la spesa tenga a cuore le produzioni e l’economia del territorio se non può permetterselo? Dobbiamo restituire potere d’acquisto al ceto medio: se questo viene meno, viene meno l’intero sistema economico.

Perché il nodo delle norme sugli appalti è cruciale?
La riduzione continua del valore degli appalti negli ultimi dieci anni ha minato la possibilità di un miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei nostri soci. Se gli appalti in molti settori sono costituiti per il 90% dal costo del lavoro, quando le amministrazioni “risparmiano” è bene sapere che lo fanno sulla pelle dei lavoratori.

Le false cooperative nuocciono a tutto il sistema; come bloccarle?
Con una seria politica di contrasto alle imprese irregolari, che inquinano il mercato del lavoro. Il nostro movimento è composto da vere cooperative che rispettano le regole e rispondono ai loro scopi statutari, e che si trovano a combattere ad armi impari contro attori spregiudicati. Chiediamo di aumentare i controlli da parte delle autorità competenti per smascherare la cooperazione spuria e le società di comodo.

Cosa altro chiedete alla Regione Toscana?
Di modificare la legge regionale sulla cooperazione per rilanciare tutto il movimento. Abbiamo avviato con la Giunta regionale un percorso importante per la costituzione di un fondo dedicato alla patrimonializzazione delle cooperative, ma non basta. La riforma deve essere più ampia e mettere al centro il legame fondamentale con i soci, che è l’elemento principale di differenza dagli altri tipi di impresa.

I numeri della Cooperazione in Toscana

Le 755 cooperative aderenti a Legacoop sono distribuite nei settori di consumo, produzione e servizi, commercio, welfare, agroalimentare e pesca, cultura e turismo, e danno lavoro a più di 38mila persone.

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