La storia di una donna, di una città, di un anno, anzi 359 giorni, quelli in cui Elda Pucci, pediatra dell’Ospedale dei Bambini Di Cristina e dei vicoli poveri di Palermo, fu eletta sindaco, prima donna nella storia della città. La “signora dottoressa”, come tutti la chiamavano, e come lei stessa voleva essere chiamata, fu eletta dal consiglio comunale il 19 aprile 1983.
Durante il suo mandato, nell’ottobre dello stesso anno, per la prima volta il Comune si costituì parte civile in un processo di mafia. Il 13 aprile 1984 fu sfiduciata.
Il suo “errore”? Aver operato in modo onesto. A distanza di poco più di anno, il 20 aprile 1985, la mafia fece saltare in aria la sua abitazione di Piana degli Albanesi. Nel prima e nel mezzo, ci sono i miliardi dell’eroina, le vittime della mafia, gli Inzerillo, i Badalamenti, i Buscetta, l’avvento di Totò Riina.
Cosa Nostra spiegata ai bambini
A dare voce in teatro alla storia di Elda, da tre stagioni, è l’attrice Ottavia Piccolo, in scena con il testo di Stefano Massini Cosa Nostra spiegata ai bambini, diretta da Sandra Mangini. Il prossimo 9 e 10 marzo farà tappa al Teatro di Rifredi di Firenze, città cui è molto legata e in cui si sente a casa, come in tutta la Toscana.
«Non è un monologo per bambini, anche se vengono a vederlo molti studenti delle scuole. Il titolo riprende una frase detta da Elda in un’intervista, in cui affermò che se Cosa Nostra fosse stata spiegata in modo semplice come si fa con i bambini, tutto sarebbe stato diverso. Per parlare di cose difficili bisogna utilizzare un linguaggio semplice, senza semplificare». E semplice e diretto è il linguaggio scelto da Massini per il monologo, diviso in dieci capitoli, ciascuno intitolato ad un bambino, perché loro sono sempre stati protagonisti della storia e della vita della “signora dottoressa”.
Perché è importante ricordare Elda Pucci? «La sua è una storia emblematica, è stata una figura importante nella lotta alla mafia, per fortuna non vittima, e forse per questo dimenticata. Donna di forte integrità morale, attenta alla sua Sicilia, orgogliosa della sua sicilianità, amata nel suo lavoro. Una storia di 40 anni fa, ma sempre attuale. La mafia è cambiata, ma c’è. Si parla di mafia, ma anche di responsabilità, di saper fare le scelte giuste». Elda, nata a Trapani nel 1928, veniva da una famiglia di nobili origini fiorentine. «La schiettezza e la fierezza del suo agire, il parlare chiaro, ricordano molto del carattere dei toscani», commenta la Piccolo.
Musica, immagini e parole
Una scenografia semplice, pochi elementi, sullo sfondo le immagini evocative dell’illustratrice Raffaella Rivi, e la musica, l’altra protagonista. Con Ottavia Piccolo sul palco sei musicisti, i Solisti dell’Orchestra multietnica di Arezzo ed Enrico Fink.
La musica ha un ruolo importante, non è solo intrattenimento, intervallo fra una scena e l’altra: racconta le atmosfere, ne scandisce il tempo, sottolinea le inquietudini e i pericoli che Elda ha dovuto affrontare».
Cosa vorrebbe rimanesse agli spettatori finito lo spettacolo? «La voglia di capire di più e quella di tornare a teatro se non c’erano mai stati prima. Il teatro è politico perché parla alla polis, alla città, è un luogo di discussione ed elaborazione».
E conclude: «Ogni volta che vado in scena sono più consapevole. Il pubblico è una presenza potente, dà lo stimolo per continuare, limare sfumature, approfondire. La bellezza del teatro è anche questa: apre finestre su luoghi e mondi che magari non avresti pensato di frequentare».
21 marzo
In questo giorno l’associazione Libera ricorda ogni anno le vittime innocenti di mafia. La manifestazione nazionale sarà a Roma con il corteo che dall’Esquilino arriverà fino al Circo Massimo, dove saranno letti i nomi di tutte le persone che, innocenti, hanno trovato la morte per mano delle mafie, per mantenere viva l’attenzione sul fenomeno che è ancora vitale e in continua evoluzione.