Donne, lavoro e vita al tempo del Coronavirus

La testimonianza di Claudia, insegnante all'Università di Siena, madre di una bimba di 11 anni e di Marina, avvocato in un'azienda, madre di tre figli

Claudia, insegnante all’Università di Siena, una figlia di 11 anni e mezzo

Claudia Mugnaini insegna all’Università di Siena e vive con la figlia di 11 anni e mezzo. In tempi normali, per destreggiarsi fra lavoro e famiglia, una mano importante arriva dai nonni: «Da quattro anni il mio compagno è venuto a mancare e siamo noi due, senza l’aiuto dei miei genitori non saprei come fare» dice Claudia.

Con l’emergenza, le lezioni all’università sono interrotte: «C’è lo stop della didattica ma il lavoro continua, a casa, fra tesi e controrelazioni per chi si sta laureando online. La routine è cambiata: prima era inimmaginabile stare 24 ore al giorno insieme, c’erano le attività sportive, il teatro e ci si rivedeva all’ora di cena, mentre ora è tutto fermo. Però abbiamo scoperto che riusciamo a vivere quasi come due adulte, due “piccole donne”, lei che è un po’ più grande della sua età, io che sono abituata a stare sempre in mezzo alle ragazze dei miei corsi e dei laboratori. Anche se a volte si sviluppa un po’ di competizione, per i compiti ad esempio preferisce fare da sola».

Claudia Mugnaini

E le cose che fate insieme?

«Ci si ritrova spesso a mettere a posto e fare ordine in casa, buttiamo via tante cose inutili. In più abbiamo la nostra piccola routine del film dopo cena, un momento di relax insieme. Quando la mattina c’è scuola non si può fare, adesso sì».

Festa della mamma”, come la festeggerete?

«Semplicemente. Mia figlia mi farà un bel biglietto, come tutti gli anni, e io prenderò un dolcino».

Marina, avvocato in un’azienda e madre di tre figli

Marina Floria

Marina Floria, avvocato in un’azienda, tre figli di 12, 10 e 6 anni. In questo periodo lavora da casa, missione non facile con tre bambini: «Anche con lo smart working ho comunque un orario piuttosto rigido da rispettare, in più ci sono le attività didattiche da portare avanti: tre programmi con tre sistemi diversi. La nostra organizzazione quindi prevede la sveglia, poi scarichiamo i compiti e ci mettiamo tutti al lavoro, in contemporanea, in diversi punti della casa».

Cosa rivelano i figli in questo periodo eccezionale?

«Li vedo responsabilizzati, hanno più tempo e meno pressione per via della scuola, aiutano in casa. Da una parte credo che siano maturati in questo momento in cui ci sono regole esterne da seguire e problemi che neanche i genitori possono risolvere, d’altro canto sono più liberi, con meno costrizioni, magari più litigiosi, ma anche più capaci di gestire i piccoli conflitti».

Le routine che vi siete ritagliati?

«Una breve passeggiata nella campagna dietro casa: incontriamo solo animali. Poi la cucina, fare il pane».

E per la “Festa della mamma”? «Vorrei che rimanesse questa dimensione di un tempo riscoperto, con in più la possibilità di vedere di più la mia, di mamma, di cui sento la mancanza».

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