«È una scommessa, perché siamo partiti nel pieno della pandemia. Il progetto però sta iniziando a dare buoni frutti». Anzi dei buoni succhi, diciamo noi. Paolo e Giulio, 29 anni il primo, 32 il secondo, sono già alla guida di un’azienda alimentare chiamata Oriora. «E pensare che siamo i più “vecchi” – dicono sorridendo -. I ragazzi che lavorano nel reparto produzione sono tutti ventenni». Nel 2017, prendendo spunto da un’idea venuta durante un viaggio in Africa, i due amici si sono messi in testa di realizzare una bevanda, introvabile in bottiglia al supermercato o al bar, e hanno creato una linea di estratti a freddo di piante e frutta fresca, usando un super estrattore costruito ad hoc, uno dei pochi in Italia.
“Zen”: così hanno voluto chiamare la loro etichetta, per richiamare l’equilibrio fra gusto e natura. Lo hanno ottenuto bilanciando sapori aspri e ingredienti più dolci, come la canna da zucchero, spremuta grazie a una speciale pressa. Incontriamo i due giovani soci nel nuovo stabilimento di Pistoia, dove lavorano dieci persone.
La struttura si vede pure dall’autostrada: Paolo e Giulio hanno voluto colorare la facciata con le tinte vivaci delle loro bottigliette, arrivate in una ventina di Coop.fi da inizio anno. Unicoop Firenze è stata infatti tra le prime insegne a dare fiducia alla nuova impresa.
L’estrattore è maxi
Per raggiungere questo traguardo ci sono voluti tre anni, perché in Italia non esistevano macchinari adatti. Grazie a una società metalmeccanica toscana, la Maxitalia Service che adesso è socia del progetto, è stato concepito un estrattore di succo in versione maxi. «Funziona allo stesso modo di quello che usiamo a casa, ma più in grande – spiega Giulio Fazzini, che segue la produzione -.
L’estrazione meccanica, lenta e a freddo, consente di mantenere il più possibile inalterate le caratteristiche organolettiche della frutta e delle piante, che vengono combinate nei diversi gusti, senza l’aggiunta di coloranti o conservanti».
Lime e zenzero, ribes e limone, senza dimenticare le novità della primavera 2021: il limone unito al lime. Per trovare i giusti abbinamenti è stato necessario molto tempo. «Abbiamo dovuto bere una marea di succhi prima di essere soddisfatti – scherza Paolo Fredianelli, che si occupa della gestione dei clienti -. Siamo partiti dal giudizio di parenti e amici, per poi sviluppare ricerche di mercato e affinare le ricette con la collaborazione del Centro studi assaggiatori di Brescia».
Gusto d’Africa
L’idea è nata durante un viaggio in Marocco, dove Paolo ha sorseggiato una bibita che nel Paese nordafricano viene preparata in famiglia o nei chioschi, spremendo la canna da zucchero con piccole presse artigianali.
«Il risultato è un succo rinfrescante, gustoso, che ha meno zuccheri rispetto a una normale bevanda, proprio perché non ci sono dolcificanti o zuccheri raffinati». Dopo tanta fatica a marzo 2020 erano pronti i primi estratti. «Li abbiamo pensati anche per i bar e la ristorazione – fa notare Paolo – e con le chiusure per l’emergenza sanitaria lo sbocco della grande distribuzione, come quello dei Coop.fi, ci ha salvato. E in più sta facendo conoscere ai consumatori quello che facciamo».
Fra gli impegni del marchio pistoiese, c’è l’abbattimento della produzione di rifiuti. Gli scarti della frutta e delle piante vengono destinati a un’azienda locale, che li recupera come biomasse per il teleriscaldamento. Anche un succo, nel suo piccolo, può aiutare l’ambiente.
La differenza con la centrifuga
Lei gira così velocemente da separare il succo dalla polpa. Lui ha la forza della lentezza. Ecco la differenza tra la centrifuga e l’estrattore, elettrodomestici con cui ottenere bevande di frutta e verdura. La centrifuga, arrivando a migliaia di giri al minuto, rischia di “bruciare” e ossidare vitamine e sostanze benefiche. L’estrattore funziona in modo simile a una pressa: la coclea, una sorta di grossa vite, ruota a bassa velocità e divide fibra e liquido. Per questo si parla di estrazione a freddo.