Fitofarmaci zero, basso consumo di suolo, risparmio energetico e idrico: sono questi i vantaggi della vertical farming (cioè, coltivazione verticale), evoluzione dell’agricoltura idroponica, che consiste in una tecnica di coltivazione fuori suolo delle piante che crescono in una soluzione di acqua e sali minerali. In pratica, la coltivazione avviene al chiuso, sfruttando lo spazio in verticale, in un ambiente protetto dove il controllo degli agronomi è totale e, grazie alle conoscenze relative alle biodiversità e agli habitat, le condizioni sono rese ottimali per le diverse specie.
La coltivazione verticale è ritenuta la principale innovazione nel settore ortofrutticolo, perché consente di risparmiare il 95% di acqua rispetto alle colture tradizionali, di coltivare 365 giorni all’anno, di risparmiare suolo e di recuperare aree urbane dismesse. Sono questi anche i punti di forza di Kilometro Verde, azienda di Verolanuova, in provincia di Brescia, leader nel settore, che produce le insalate in vendita nei supermercati Coop con il marchio Fior fiore. Dal momento della raccolta al confezionamento trascorrono solo pochi minuti e questo incide favorevolmente sulla freschezza del prodotto.
Venticinque giorni per un cesto
«Le esigenze a cui far fronte quando si parla di coltivazione sono numerose e diverse dal passato: l’obiettivo è rispondere alla domanda del consumatore, ma bisogna affrontare anche aspetti come l’aumento della popolazione globale e gli eventi atmosferici eccezionali che si verificano sempre più spesso. Le “fattorie verticali” possono essere una valida soluzione; finora hanno ospitato colture di insalata, fragole e micro-ortaggi, ma non solo. La ricerca amplierà sicuramente la varietà nei prossimi anni», afferma Giuseppe Battagliola, presidente di Kilometro Verde.
Ma torniamo alle nostre insalate. Come cambia la coltivazione? «Non viene modificata la crescita della pianta, ma si creano le condizioni idonee per il suo sviluppo. Le tempistiche di crescita equivalgono più o meno a quelle in campo aperto o in serra, in alcuni casi possono essere più brevi in quanto la pianta non è soggetta agli stress provocati dalle variazioni climatiche, da eventi imprevisti o malattie o da attacchi di insetti. Mediamente, per produrre un cesto di insalata ci vogliono circa 25 giorni fra semina, crescita, trapianto e taglio. L’unica differenza è l’aggiunta del trapianto» spiega il presidente Battagliola. E prosegue: «Abbiamo adottato un sistema per recuperare anche l’acqua traspirata dalle piantine durante le varie fasi di crescita, che viene reimmessa nel circuito utilizzato per la coltivazione. Ogni giorno nella deumidificazione si condensano e vengono recuperati 50mila litri di acqua: l’unica “persa” è quella che rimane nella foglia».
Gusto croccante
E il gusto? Il marchio Fior fiore che propone il meglio della cultura gastronomica di Coop fa da garanzia. Quattro le varietà disponibili: la lattuga multifoglia variegata, la lattuga verde, la lattuga riccia e la lattuga variegata. Nei punti vendita più piccoli sono disponibili solo le prime due.
Croccanti e gustose, sono confezionate in busta di carta compostabile, già pronte al consumo, e non necessitano di essere lavate.