Pomeriggi in Bibliocoop…on line

Mercoledì 17 febbraio, alle 18, sulla piattaforma Google Meet, presentazione del libro di Simone De Fraja "1384 la presa della cittàArezzo nelle mani di Enguerran de Coucy"

Gli appuntamenti culturali con la Bibliocoop della sezione soci Coop di Arezzo, proseguono on line, sulla piattaforma Google Meet.

Mercoledì 17 febbraio, alle ore 18, presentazione del libro di Simone De Fraja “1384 la presa della città. Arezzo nelle mani di Enguerran de Coucy”. Prefazione a cura di Luca Berti, Aska edizioni.

Come partecipare

Per accedere a Google Mett:
Videoconferenza: www.meet.google.com/mbr-rpdn-zzm
#Telefonicamente +39 02 3041 9880 PIN: 480 447 019#

Sinossi del libro

La città di Arezzo, sullo scorcio del Trecento, era segnata dalla politica degli Arciguelfi e dalla politica filofiorentina, forti correnti che trovavano scontri con frange di ghibellina memoria; forti divisioni, contrasti, anche economici, che si intese gestire manu militari, avvelenarono la città. Le sorti della città furono presto piegate da eventi che ebbero risvolti locali ma che, in realtà, appartenevano ad un quadro di scala internazionale. Settimo di una lunga dinastia, “uomo quanto valoroso, altrettanto modesto”, secondo la Cronica di Buonaccorso Pitti, Enguerran de Coucy fu un soldato professionista, capitano della propria armata, potente personaggio di Francia la cui fortificazione, a Coucy, vantava il donjon cilindrico più imponente di quel mondo tardo medievale, un esempio di gigantismo.

L’intesa tra il Sire de Coucy e i Tarlati, ad un passo dal riprendersi il governo della città, sfociò con l’offerta di Arezzo alla vicina Siena per venticinque mila fiorini, tosto declinata per le pressioni di Firenze cui fu ceduta per quarantamila fiorini. Non fu certo Enguerran VII a determinare la débâcle di Arezzo, fisiologica ed inevitabile in quelle storiche sabbie mobili; egli fu solo l’ultimo capitano di ventura che intervenne nelle lotte tra Arciguelfi e Ghibellini, con un risultato che fu solo il prodotto dei tempi e della politica aretina.

C’è forse, dunque, la necessità di un approccio più neutro ed oggettivo o comunque tale che non risulti segnato da alcun accento filofrancese, come nell’opera di P. Durrieu, La Prise d’Arezzo, ovvero segnato da campanilismo o revanscismo storico. Prefazione Luca Berti.

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