Bianchi, neri, bordeaux, dalla forma sferica, ovoidale o appuntita, senza semi, o dalla buccia prurinosa, ricoperta da quella sorta di cera naturale – la pruina – che conferisce loro un aspetto vellutato. I chicchi a marchio Coop sono tutti “buoni e giusti”, protagonisti della campagna di riduzione dei pesticidi e colti da filiere senza ombre di lavoro nero.
Buona e giusta dall’Italia
Tredici fornitori coinvolti, di cui nove a marchio, con 33 visite ispettive in diverse regioni (Puglia, Sicilia, Basilicata) e province italiane (Taranto, Bari, Ragusa, Agrigento, Catania, Siracusa, Matera), per garantire una produzione che rispetti i diritti dei lavoratori. Sull’uva, questi i numeri 2017/18 della campagna “Buoni e giusti” che dal 2015, ha rilanciato l’impegno di Coop sulle filiere più critiche (pomodoro, uva, olio, arance, fragole) con controlli, verifiche mirate nelle aziende, piani di miglioramento ed esclusione dei fornitori, quattro dal 2015, che non rispettano gli impegni contrattuali e il codice etico di Coop.
Dire, fare, contare
Quella del lavoro nero è un’emergenza sociale che, ancora oggi, interessa circa 400.000 lavoratori, stranieri nell’80% dei casi. La scelta di Coop è un’azione forte a tutela del lavoro delle persone e della qualità del prodotto: «Buoni e giusti è un impegno sui diritti basilari delle persone che si lega alla nostra adesione, nel lontano 1998, allo standard etico SA8000 – spiega Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia -. Da sempre, infatti, Coop segue un approccio di “filiera” dall’ortofrutta alle carni, alle uova, al pesce, al latte e derivati, ai salumi, all’olio. Con un impegno di milioni di euro, possiamo offrire 1300 prodotti da filiere controllate e certificate anche da enti esterni».
Un Fior fiore senza glifosato
Fra le recenti novità in esclusiva sui banchi Coop, con la palma di prodotto Fior fiore, anche l’uva bianca senza semi della varietà Pristine (letteralmente “incontaminata”), in arrivo dal fornitore O.P. Giuliano di Bari. Un’eccellenza che si distingue dalle tante cosiddette seedless (senza semi, ndr) per la buccia giallo paglierino, molto sottile, quasi un tutt’uno con la polpa, e un sapore aromatico di moscato e vaniglia, racchiuso in chicchi grandi (dai 20 mm in su) e croccanti. Per gusto e durata dei suoi grossi grappoli, che difficilmente sgranano prima del consumo, è un prodotto che si differenzia da altri: non a caso Coop l’ha scelta, per settembre, come protagonista della campagna di stop al glifosato e riduzione dei pesticidi. La filiera del chicco sarà raccontata con un vero e proprio reportage sui social media e sul sito Coop.
Aste senza ribasso
Mai utilizzate da Coop, le aste al doppio ribasso riguardano per lo più prodotti base come pomodori, frutta, olio, caffè, legumi, pecorino, conserve di verdura e latte. A fine giugno hanno trovato lo stop anche della Camera dei deputati che ha approvato una proposta di legge dedicata. Fra le novità, la regolamentazione delle vendite sottocosto e incentivi alle aziende che promuovono filiere etiche.
Ma come funziona il doppio ribasso? Un compratore chiede a diversi fornitori di fare un’offerta per la vendita di uno stock di prodotto. Raccolte le proposte, il compratore lancia una seconda asta al ribasso, partendo dal prezzo inferiore raggiunto durante la prima. In brevissimo tempo i fornitori sono chiamati a competere selvaggiamente per aggiudicarsi la commessa. I margini per i produttori diventano quindi sempre più esigui e la catena al ribasso spesso si ripercuote sui lavoratori agricoli i cui salari e diritti, già ai minimi termini, vengono ulteriormente ridotti.