Emozione e soddisfazione per i giovani sarti che hanno appena terminato il loro percorso formativo-lavorativo di moda, taglio e cucito. Con la consegna alle Murate degli attestati agli studenti, richiedenti asilo e rifugiati, si è conclusa la seconda edizione di questo innovativo progetto.
Moda etica e solidale
“Voglio fare il sarto” nasce dall’idea dell’Associazione Culturale Officina Creativa LAB, portata avanti insieme al brand fiorentino WAXMORE grazie al sostegno della Fondazione Il Cuore si scioglie onlus. Il progetto ha origine nel 2017 nell’ambito della campagna di crowdfunding Pensati con il Cuore, che ha coinvolto la sezione soci Coop di Prato e importanti realtà del territorio come il Museo del tessuto di Prato e il liceo artistico di Montemurlo.
Per questa seconda edizione gli studenti sono stati ospitati dalla sezione moda del liceo artistico di Porta Romana di Firenze e a metà luglio è prevista una nuova collaborazione con lo IED. A livello istituzionale, inoltre, l’attività di Waxmore è seguita dal Comune di Firenze nell’ambito del percorso di incubazione per start-up del Murate Idea Park.
Il progetto si è sviluppato attraverso la collaborazione fra sarte italiane e alcuni giovani richiedenti asilo e rifugiati, che per quattro mesi hanno studiato le basi della progettazione in ambito moda e del taglio e cucito. I partecipanti al percorso professionalizzante avevano tutti già alcune esperienze nel settore nel Paese di origine e attraverso questa esperienza hanno avuto una importante occasione per valorizzare le proprie competenze, maturando un’esperienza lavorativa che potrà essere utile per il loro futuro.
L’obiettivo è quello di creare una linea di moda etica che possa dare un’opportunità per il futuro a chi è arrivato da poco nel nostro Paese, favorendo l’inclusione sociale sul territorio.
Un esempio concreto di integrazione
Per il futuro, la Fondazione Il Cuore si scioglie sta valutando la possibilità di sviluppare ulteriormente il progetto per portare formazione ed occupazione direttamente nei territori di provenienza dei migranti e richiedenti asilo, in modo da mettere in moto un progetto circolare per l’Africa.
“Questo progetto oltre a rappresentare un esempio concreto di integrazione sul nostro territorio offre un’opportunità formativa spendibile anche nei propri paesi d’origine – dichiara Giulio Caravella, consigliere della Fondazione Il Cuore si scioglie – Siamo convinti che possa diventare un modello di riferimento che potrà fare la differenza anche in Africa”.