“Now is the time – Adesso è il momento” è l’invito da cui prende ispirazione la campagna di solidarietà della Fondazione Il Cuore si scioglie 2019/2020, rifacendosi alle parole con cui Martin Luther King, a conclusione della grande marcia per i diritti civili a Washington nel 1963, incitava ad agire fin da subito per realizzare il sogno di un mondo più giusto. Un mondo dove abbattere i muri dell’indifferenza e mettersi in gioco in prima persona per contribuire al bene comune. Un messaggio che caratterizza i nuovi progetti della campagna di solidarietà della Fondazione Il Cuore si scioglie a partire da “Natale Insieme aiutiamo chi più ha bisogno“, il primo progetto già attivo per le donazioni.
Obiettivo del progetto è raccogliere fondi per garantire un pasto caldo a chi ha più bisogno durante le feste natalizie, un piccolo gesto per restituire dignità a chi vive in condizione di grande disagio economico, per sentirsi meno solo ed escluso.
E poi…
L’impegno alla lotta alla povertà in Toscana proseguirà nel corso dell’anno con l’assistenza ai senza fissa dimora e poi con le raccolte alimentari. Tutte queste attività sono svolte in collaborazione con Caritas e le associazioni di volontariato del territorio.
Come contribuire?
Dal 1° al 24 dicembre si potrà donare alle casse dei Coop.fi almeno 1 euro o 100 punti della Carta Socio per offrire un pasto caldo alle persone che in Toscana vivono in condizioni di grave disagio economico. La Fondazione Il Cuore si scioglie raddoppierà quanto raccolto.
È un piccolo contributo che ciascuno di noi può dare per alleviare, almeno nel periodo natalizio, la sofferenza e la solitudine che la condizione di povertà porta con sé.
I fondi raccolti serviranno per finanziare i pranzi di Natale delle principali realtà che, territorio su territorio, sostengono chi vive in povertà. Le donazioni, dopo aver garantito un pasto a chi ha più bisogno durante le feste, da gennaio continueranno ad alimentare l’assistenza ai senza fissa dimora.
Povertà. La situazione in Toscana
«Si arriva ai centri Caritas anche dopo una vita da ceto medio. Talvolta è sufficiente un evento avverso, che le famiglie non hanno modo di superare: una difficoltà sul lavoro, un problema di salute, una situazione abitativa che cambia. Vulnerabilità è la parola chiave» spiega Marcello Suppressa, delegato regionale Caritas, anticipando i dati del Rapporto dell’Osservatorio Caritas sulla povertà in Toscana, in uscita ai primi di dicembre.
Che quadro disegna la povertà in regione nel 2018 rispetto agli anni passati?
I dati della povertà in Toscana sono costanti: da circa un decennio oscilliamo fra 20.000 e 25.000 persone che si rivolgono alla nostra rete di centri di ascolto, 153 su tutto il territorio regionale. Quello che rileviamo con più forza nel 2018 è la multidimensionalità della povertà: le situazioni che arrivano da noi non presentano un solo problema, ad esempio la bolletta da pagare, ma una serie di difficoltà che riguardano più ambiti della vita, dalle questioni familiari, sociali e alimentari a quelle di educazione e salute. Sono casi sfaccettati, a cui siamo chiamati a dare risposte “multiple”.
Chi sono i toscani che si rivolgono a Caritas?
Soprattutto famiglie, che aggiungono al disagio degli adulti casi di minori in difficoltà, cresciuti in povertà. I principali problemi sono l’assenza di un lavoro e di una casa. Tre richieste di aiuto su quattro arrivano da disoccupati, con un livello di istruzione basso. Se sono giovani non riescono a trovare un lavoro, ma ci sono anche molti over 50 che l’impiego l’hanno perso. E non dimentichiamoci le circa 2000 persone che si rivolgono a Caritas nonostante abbiano un lavoro, che però non gli consente di andare avanti, perché la retribuzione è molto bassa o la famiglia numerosa. Negli ultimi anni la forbice fra italiani e stranieri si sta riducendo: attualmente due terzi delle persone che richiedono aiuto sono italiani, mentre dieci anni fa 4 su 5 erano migranti.
Povertà alimentare: resta un’emergenza anche nel 2018?
Dal nostro Osservatorio emerge che tre famiglie toscane su cento attraversano periodi di povertà alimentare. La povertà non si risolve con un pacco alimentare, ma sicuramente la risposta sul cibo è importante e immediata. Oltre alle mense, come Caritas stiamo potenziando la rete degli empori, che si rivolgono anche a chi arriva alla povertà partendo da situazioni impensabili, mettendo al centro il bisogno di dignità della persona, e funziona da “punto di approdo”. In molti casi dal bisogno alimentare parte la costruzione di una rete di supporto e attorno all’emporio si rafforza un insieme di realtà commerciali, vedi Unicoop Firenze con la Fondazione Il Cuore si scioglie, parrocchie, sistemi di orientamento, educazione al consumo ed altro.
( Maria Serena Wiedenstritt)
—————–
Il momento è adesso
Domenica 1° dicembre presentazione dei progetti della Fondazione Il Cuore si scioglie per il 20120 al cinema Odeon di Firenze, alle 16.30. A seguire proeizione del film Nour di Maurizio Zaccaro con Sergio castellitto, ispirato alla vicenda di Pietro Bartolo, per lungo tempo medico di Lampedusa e adesso europarlamentare, che sarà presente.
Ingresso libero.