Come vedono il loro futuro gli italiani secondo l’indagine di Coop

Tra fiducia e malinconia. Le indagini sul 2023 descrivono gli italiani come un popolo in attesa, attenti alla salute e agli affetti, e a uno stile di vita più sobrio

I proverbi e i modi di dire si sprecano: «la speranza è l’ultima a morire», «io speriamo che me la cavo» e ancora «adda passà ‘a nuttata», tutti ben sintetizzano lo stato d’animo degli italiani rispetto al futuro e in particolare al 2023.

Secondo la tradizionale ricerca di inizio anno dell’Ufficio Studi Coop, condotta nel dicembre scorso su un campione della popolazione italiana e su una comunità di esperti del portale italiani.coop, «gli italiani sopravvissuti al Covid, ormai assuefatti ai bollettini di guerra, pur alle prese con il carovita, guardano al futuro con spirito zen» come precisa Albino Russo, direttore generale Ancc Coop: uno stato d’animo cauto, fatto sì di timore e inquietudine (22%), però senza irritazione o rabbia (calati di 12 e 6 punti percentuali rispetto a quanto emerso dai sondaggi realizzati quattro mesi prima per il Rapporto Coop).

Un popolo in attesa

Come interpretare questo sentimento di attesa degli italiani? Positivamente, nel segno della fiducia come fa intuire l’indagine di Coop, oppure più mestamente, come già il Censis qualche mese prima aveva anticipato, spiegando che sugli italiani regnava la malinconia? Intendendo per malinconia, un sentimento lontano da «rabbia, rancore o recriminazione, ma di tristezza e rassegnazione […] il disincanto rispetto alla possibilità di un Paese più dinamico, nel quale si riducano le diseguaglianze e si rimetta in moto lo Stato sociale», come ben spiegato da Aldo Pagnoncelli in un articolo sul “Corriere della Sera” del 3 gennaio.

In Toscana

Per quanto riguarda la Toscana il rapporto di Irpet (Istituto regionale per la programmazione economica), presentato alla metà di gennaio, disegna un quadro più vicino all’interpretazione del Censis: nel 2022 si percepiscono come povere 14 famiglie su 100 (12 nel 2021) e sono in aumento quelle che dichiarano di arrivare con grave difficoltà a fine mese: passano dal 7 al 10%. Crescono anche quelle che ci arrivano con qualche difficoltà, dal 45 al 47%. E inevitabilmente scende anche la fiducia nel futuro: dal 17% del 2021 al 37% del 2022 coloro che prevedono un peggioramento della propria situazione econo- mica. I soliti “maledetti toscani”, sempre pessimisti.

Ritorno all’essenziale

Su una cosa tutte le ricerche concordano: sul fatto, cioè, che si sta tornando a guardare all’essenziale, alla salute, agli affetti. In una parola: a quello che conta davvero. Ripensando di conseguenza anche il contenuto del carrello della spesa e i programmi per gli acquisti più impegnativi.

D’altro canto, è innegabile che gli ultimi anni abbiano lasciato ferite profonde nel corpo sociale del Paese. Il 18% delle famiglie, secondo l’indagine Coop, dichiara nel 2022 di aver fatto fronte a un permanente disagio alimentare (circa 9 milioni) e 1 italiano su 4 teme la vera povertà per il 2023 (cioè di non avere soldi per cibo, trasporto, abiti, scuola). Ma sono soprattutto gli imprevisti a mettere a repentaglio questa fragile armonia; il 66% del campione non saprebbe come far fronte a una spesa improvvisa e non rimandabile di 850 euro (in Toscana si scende al 14%, secondo l’Irpet). Se ci piovessero in testa 10mila euro come li impiegheremmo? Per metterci al riparo: il 70% degli intervistati li metterebbe subito nel salvadanaio per eventuali necessità future.

Viaggi rimandati

Un taglio deciso riguarderà per molti le uscite al ristorante e in altri locali, ma ne risentirà anche la fruizione di spettacoli e cultura. Per far fronte all’aumento dei prezzi l’80% degli italiani cambierà anche le proprie abitudini alimentari orientandosi verso diete più salutari, con meno carne, più sobrie e possibilmente “a zero spreco”. Se ci si limita ai soli dati dei toscani, si vede che per i beni essenziali (alimentari e bevande) la maggior parte (59%) ricercherà prezzi più convenienti senza ridurre il consumo. Per quelli più voluttuari, come gite e viaggi o acquisto di mobili, una bella percentuale (28%) va verso la rinuncia completa, mentre per i servizi di comunicazione (internet, cellulari ecc.) e istruzione e, soprattutto, per quelli inerenti la salute, il 63% non ha modificato i propri comportamenti di consumo (e non vorrebbe farlo neppure in futuro).

Il valore della salute e degli affetti

A giocare un ruolo decisivo, vero argine alle difficoltà del presente, sono ancora una volta gli affetti, la salute e la vita familiare, tanto che tra i buoni propositi per il nuovo anno il 56% degli italiani intervistati per l’analisi di Coop indica di voler trascorrere più tempo in famiglia e il 20% vorrebbe mettere al mondo un figlio.

La strategia più frequente risulta quella di adottare uno stile di vita che permetta di concentrarsi sulle cose più accessibili e vicine, come la cura di se stessi (tra le prime voci in crescita del 2023, con un 29% che farà più di prima visite di prevenzione e controllo), il ritorno tra i fornelli (29%), la fuga dai fast food (il 15% li utilizzerà di meno o smetterà del tutto).

Prima il mattone

Cambiare l’auto? Meglio aspettare: il 35% degli italiani vorrebbe farlo ma ci rinuncerà, mentre il 67% pensa a ristrutturare l’abitazione (dato forse ancora trainato dal rimodulato bonus edilizia).

Iscriviti alla Newsletter

Le notizie della tua Cooperativa, una volta alla settimana. Guarda un esempio

Errore: Modulo di contatto non trovato.

Potrebbe interessarti