Unicoop Firenze è parte attiva della lotta al razzismo. La parte che fa la cooperativa riguarda soprattutto le nuove generazioni, che ogni anno partecipano alle proposte educative che portano nelle scuole laboratori ed approfondimenti sui temi di maggiore attualità, dalla sostenibilità all’inclusione sociale, dai diritti umani alla cultura della legalità, fino a corretti stili di vita, pari opportunità e cooperazione.
Una mostra per disimparare il razzismo
Sull’integrazione si concentra la mostra-laboratorio “Ma che razza di razza – strumenti per disimparare il razzismo”, che nasce nel 2010 e ogni anno vede la partecipazione di un numero di classi variabile fra le 200 e le 250. Al progetto nell’anno scolastico 2018/2019 hanno partecipato 224 classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado per un totale di 6500 studenti.
Ma che razza di razza è un percorso basato sull’apprendimento esperienziale, che vede i ragazzi e le ragazze coinvolti mettersi nei panni degli altri, risolvere enigmi, dare definizioni e fare scelte. L’apprendimento viene raggiunto mediante la riflessione in merito alle esperienze vissute e alle scoperte fatte in prima persona. Obiettivo: riflettere sui meccanismi culturali che facilitano il nascere e il perpetuarsi del razzismo, in particolare stereotipi e pregiudizi, e imparare a valutare le conseguenze del razzismo sulla vita delle persone.
Rifugiati: una storia dietro ogni numero
Sul tema dei diritti umani è focalizzata anche la proposta educativa Rifugiati. Una storia dietro ogni numero, che vede, ormai dal 2015, entrare nelle scuole le storie di alcuni rifugiati che si confrontano con gli studenti raccontando i motivi per i quali hanno deciso di lasciare il proprio paese: guerre, violenze e violazioni dei diritti umani che spesso non trovano spazio nei media italiani.
Il progetto prevede un momento di attenta analisi delle notizie e un incontro diretto con chi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza dell’esilio. Una storia dietro ogni numero è promosso da Unicoop Firenze in collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
Ogni anno il progetto vede la partecipazione di circa 1500 ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado.