Unicoop Firenze rilancia la petizione “Il ciclo è ancora un lusso !”

Tra i sostenitori anche Eugenio Giani, Presidente Regione Toscana, e Dario Nardella, Sindaco di Firenze, che hanno firmato la petizione sulla piattaforma Change.org, invitando tutti ad aderire con un gesto concreto a sostegno della parità di genere

Dopo il rialzo dell’Iva sui prodotti di assorbenza femminile, in occasione della Giornata internazionale della donna, Unicoop Firenze rilancia la petizione “Il ciclo è ancora un lusso!”, sostenuta da Coop fin dal 2021 nell’ambito della campagna “Close the Gap. Riduciamo le differenze”, per chiedere al Governo il definitivo abbassamento dell’IVA sui prodotti mestruali al 5%, come gli altri beni di prima necessità.

Alla presenza di Daniela Mori, Presidente del Consiglio di Sorveglianza Unicoop Firenze, mercoledì 6 marzo hanno aderito all’iniziativa anche Eugenio Giani, Presidente regione Toscana, e Dario Nardella, Sindaco di Firenze che, presso la sala soci del Coop.fi di Firenze Gavinana, hanno firmato la petizione, invitando i cittadini ad aderire, con un gesto concreto a sostegno della parità di genere.

Presenti all’evento anche Cristina Manetti, Capo di Gabinetto della Regione Toscana, Sara Funaro, Assessore all’Educazione e Welfare del Comune di Firenze che hanno aggiunto le loro firme alla petizione, insieme alla presidente della sezione soci Firenze Sud Est Gianna Dalla Luna e ad altri soci presenti all’iniziativa.

Dopo che, da gennaio 2024, l’IVA è stata rialzata al 10%, Unicoop Firenze e tutto il mondo Coop hanno rilanciato la petizione con lo slogan “La tassa di essere donna”; inoltre, Coop si è impegnata a neutralizzare l’aumento mantenendo l’IVA al 5% sugli assorbenti a marchio Coop, dal gennaio fino a fine maggio 2024.

La giornata internazionale della donna è un’occasione in più per sottolineare l’ingiustizia della decisione di rialzare l’IVA e per mantenere alta l’attenzione sul tema della parità di genere.

È possibile firmare la petizione al link www.coop.it/stop-tampon-tax

Le tappe della campagna

Il 2024 si è aperto con un passo indietro sui prodotti mestruali: dopo soli 12 mesi di IVA al 5%, i prodotti di assorbenza femminile vedono risalire l’IVA al 10%. La campagna quindi riparte con nuove tappe e con l’obiettivo, questa volta, di raggiungere 1 milione di firme. Aperta nel dicembre 2018 sulla piattaforma change.org dal collettivo di attiviste Onde Rosa e sostenuta da Coop dal 2021, già in precedenza la petizione aveva dato i suoi frutti: nelle prime due settimane dal lancio 2018, aveva già raccolto oltre 90 mila firme, poi le sottoscrizioni erano fisiologicamente rallentate.

Così la nuova collaborazione tra Coop e le promotrici nel 2021 aveva riacceso l’interesse raccogliendo in determinati momenti, flussi di oltre 20 mila firme in pochi giorni. Un successo che si era cristallizzato raggiungendo le 680 mila sottoscrizioni a fine 2022, quando lo stesso Governo Meloni aveva, con la manovra di bilancio 2023, abbassato l’IVA sui prodotti mestruali finalmente al 5%.

Un’adesione alla petizione nella quale Coop ha coinvolto anche i suoi partner storici, estendendo la sottoscrizione a figure illustri quali Linda Laura Sabbadini, statistica ed editorialista, Alessandra Mosca, professoressa aggiunta all’Università Bocconi, Lella Golfo, presidente Fondazione Marisa Bellisario, Andrea Notarnicola, Global Inclusion Art 3, Natasha Maesi, presidente nazionale Arcigay, Vera Gheno, sociolinguista, Azzurra Rinaldi, economista.

Proprio grazie alla collaborazione con la piattaforma di petizioni online change.org, Coop ha raccolto anche la testimonianza di un’altra esperienza europea, quella delle due attiviste tedesche Nanna-Josephine Roloff e Yasemin Kotra, le quali allo stesso modo hanno lanciato una petizione che, con poco meno di 200 mila sottoscrizioni e un impegno attivo nel dibattito sul tema presso l’opinione pubblica, nel 2020 ha ottenuto in Germania l’abbassamento dell’IVA dal 19% al 7%. Traguardo mai più messo in discussione.

L’impegno di Unicoop Firenze per la parità di genere

Ogni giorno Unicoop Firenze è impegnata nel ridurre il gap uomo-donna e favorire un contesto professionale in cui le 5.601 donne che lavorano in Unicoop Firenze (il 65% del totale) siano sempre più protagoniste e con altre misure che riguardano più direttamente gli uomini, ma che hanno ricadute positive sulla componente femminile della famiglia.

Queste le più importanti misure introdotte dalla cooperativa:

Sostegno alla paternità: Dal 2023 Unicoop Firenze ha previsto 4 settimane aggiuntive di paternità retribuita al 100% per i padri lavoratori e altri 30 giorni di congedo parentale facoltativo. Nel primo anno di avvio della misura, sul totale dei padri che hanno usufruito del congedo obbligatorio, il 90% hanno usufruito, in varia misura, anche del congedo aggiuntivo di paternità retribuito al 100%.
Il 40% ha utilizzato interamente le 4 settimane di congedo aggiuntivo. I numeri danno conto di un forte apprezzamento di questa misura già dal primo anno di introduzione in cooperativa. È una novità che importante che redistribuisce il carico di impegno domestico e va in direzione di una migliore conciliazione vita-lavoro: se i papà stanno a casa con i bambini, le mamme possono scegliere di rientrare al lavoro prima senza restare escluse dal percorso di carriera spesso precluso da una minore disponibilità dovuta proprio dalle incombenze familiari.

Conciliazione tempo vita-lavoro: è stata confermata la possibilità di richiedere, in occasione della maternità/paternità, 6 ulteriori mesi di assenza per aspettativa non retribuita.

Permessi per la cura dei figli: la cooperativa ha aggiunto 3 giorni di permesso non retribuito per le visite specialistiche o i ricoveri dei figli fino a 14 anni.

Tutela delle vittime di violenza di genere: rispetto a quanto già previsto dalla normativa INPS, Unicoop Firenze ha introdotto un ulteriore periodo di 90 giorni in assenza di ferie e permessi, indennizzato al 100% dalla cooperativa.

Altre azioni: la cooperativa ha istituito una Commissione per la diversità e l’inclusività e uno sportello di consulenza psicologica a disposizione di tutte le persone che lavorano in cooperativa.

Tampon tax: i numeri in Italia

In base al monitoraggio condotto da Wash United a livello globale, l’attuale regime fiscale porta l’Italia ad essere uno dei 21 Paesi a prevedere un’IVA differenziata per gli assorbenti – ma tra le più alte (in Germania è al 7%, in Francia al 5,5%, negli Stati Uniti 8,3%) – mentre in 27 Paesi (tra cui Regno Unito, Irlanda, Canada, Australia) l’acquisto di assorbenti è esente da IVA. Una tassa che riguarda una platea di quasi 13 milioni di donne in Italia (12,8 milioni quelle comprese nell’arco temporale di riferimento del periodo mestruale, dal menarca alla menopausa).

Se si calcola una media di 520 cicli mestruali nella vita, questa platea di donne consumerà almeno 12.000 assorbenti. L’ultima stima ufficiale della legge di Bilancio, stimava la spesa media di una donna per i prodotti mestruali in 70 euro l’anno ma sulla base dei più recenti valori di spesa rilevati da Nielsen, l’Ufficio Studi Coop ritiene che tale valore sia di circa 40 euro.

In virtù di questo nuovo calcolo, aggiornando la riflessione sull’impatto economico del taglio del 5%, si ridurrebbe drasticamente il costo di questo intervento in termini di mancato gettito dai 36,9 milioni di € stimati dal Governo a 19,7 milioni di euro. Euro utili per chi utilizza prodotti mestruali in Italia se si osserva che tra il 2021 e il 2023, il prezzo medio dei prodotti per la cura e l’igiene personale è aumentato, mediamente, del 9,2%.

L’andamento dei prezzi ha inevitabilmente influenzato le abitudini e i comportamenti di acquisto delle donne: già nel 2022, prima dell’ulteriore accelerazione dell’inflazione, una donna su quattro aveva ridotto la quantità di prodotti per cura e igiene personale acquistati (25% contro il 21% nel periodo 2019-2021) e poco più di una su dieci (13%) si era vista costretta a ridurne la qualità.

Secondo i dati omnicanale Nielsen nel corso del 2023 le vendite di assorbenti sono aumentate in valore (da 412,7 a 419 milioni di euro), ma il numero di confezioni vendute è diminuito di circa mezzo milione (da 198,8 a 198,3 milioni), con un aumento medio dei prezzi per confezione del 2% su base annua. Lo scenario problematico sopra descritto diventa ancor più drammatico per la fascia di popolazione femminile che versa in condizioni economiche più disagiate.

Il riferimento è alle 6,5 milioni di donne maggiorenni che in Italia sono a rischio povertà ed esclusione sociale (25,1% del totale). Una delle più alte percentuali registrate nell’UE27 – tra le grandi economie europee peggio di noi fa solo la Spagna (26,3%) – che decresce all’aumentare dell’età, arrivando al 28% tra le 18-24enni. Il numero di donne maggiorenni che in Italia versano in condizioni di povertà assoluta (quindi ancora più drammatica difficoltà economica) è altrettanto allarmante: 2,3 milioni secondo le ultime stime ufficiali (9% del totale).

Per queste, l’acquisto di prodotti per la cura e l’igiene personale diventa un “lusso”, tanto da spingerle a ridurre drasticamente la spesa annua, che cala di oltre 70 punti percentuali rispetto alla media riferita al totale della popolazione femminile (da 258 euro a soli 66 euro).

Persone spinte a fare maggiori rinunce, limitando più spesso la quantità di prodotti acquistati. Una scelta che nel 2022 hanno fatto il 32% delle donne in condizioni di povertà assoluta (contro il 25% della media) con punte del 42% tra le 35-64enni.

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