Dall’85 ad oggi, ne ha viste passare di api! Giovanni è un apicoltore Conapi (Consorzio Nazionale Apicoltori), che aderisce alla per sostenere la biodiversità. «Ho iniziato a vent’anni – racconta Giovanni -; era l’unico lavoro che si poteva fare in campo agricolo senza un capitale da cui partire, non avevo esperienza, ma poi è arrivata la passione».
Così Giovanni ha cominciato con la sua prima casa per le api e oggi la sua azienda, che si trova al confine fra Toscana e Lazio, conta 700 arnie e una produzione media di circa 150 quintali di miele l’anno. Lavora con suo figlio, che forse seguirà le orme paterne, «o forse no – spiega Giovanni – perché il mercato dell’apicoltura attraversa un periodo difficile, ci sono mieli di origine dubbia venduti a poco prezzo, vedremo cosa succederà nei prossimi anni».
Ma non è solo la concorrenza a mettere in difficoltà la vita degli apicoltori: «Non so dire se sia colpa del cambiamento climatico, ma di sicuro negli anni Novanta le stagioni erano più regolari, con produzioni costanti, mentre ultimamente ci sono state maggiori oscillazioni. Anche quest’anno, con la gelata di inizio aprile che, ad esempio, ha bruciato le prime fioriture del ciliegio, le cose si stanno mettendo così così».
Giovanni, grazie alla collaborazione fra Coop e Conapi, è uno dei cento apicoltori che partecipa al monitoraggio scientifico e ambientale delle api mellifere, insieme agli agricoltori che ospiteranno le arnie. E se per le api “da miele” scendono in campo gli addetti ai lavori, per le api solitarie la chiamata alle armi riguarda tutti noi.
Perché le api in questo momento sono bisognose di tutela: «Numerosi studi ci mostrano che le api, così come altri insetti impollinatori, sono in declino su tutta la Terra, a causa di cambiamenti climatici, agricoltura intensiva e comparsa di patogeni e parassiti che attaccano gli alveari. In questo scenario, tutti possiamo contribuire a salvaguardare gli insetti impollinatori. Gli apicoltori possono essere considerati come “custodi” delle api, ma anche ciascuno di noi con piccoli gesti quotidiani, come quello di evitare di rasare il prato fiorito del proprio giardino o di utilizzare insetticidi, o ancora privilegiando l’acquisto di prodotti biologici quando fa la spesa, può contribuire nel suo piccolo alla salvaguardia degli impollinatori» spiega Rita Cervo, docente di Zoologia all’Università di Firenze.
La campagna di Coop
Il 20 maggio è la giornata mondiale delle api, insetti fondamentali per l’impollinazione delle piante coltivate e di quelle spontanee. Infatti da loro dipende circa il 75% delle colture alimentari mondiali. Le api però sono da troppo tempo in pericolo: dagli anni Novanta si è registrato un calo del 25% del numero di specie di api osservate e dal 2006 a oggi si è assistito ad un aumento di mortalità di api mellifere spesso superiore al 30% causato dall’uso massiccio di pesticidi chimici di sintesi, dai cambiamenti climatici e da altri fattori nocivi come la perdita di habitat naturali, l’inquinamento e la diffusione di nuovi parassiti e patogeni.
Così per questa giornata mondiale delle api 2021, da Coop arriva un rinnovato impegno a proteggerle, rafforzando quanto già si sta facendo per mantenere un habitat idoneo e lanciando una ricerca scientifica su larga scala che include per la prima volta tutta la filiera.
Con Coop in prima linea le aziende agricole sue fornitrici, Conapi, l’impresa cooperativa di apicoltori più grande d’Italia (600 apicoltori e circa 110.000 alveari), LifeGate e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, considerato punto di riferimento in Italia sullo studio degli insetti impollinatori. Obiettivo: monitorare il territorio e lo stato di salute dell’ecosistema attraverso l’analisi del polline raccolto dalle api mellifere e da quelle solitarie. Il progetto di ricerca ha durata triennale.
La strada per rendere il pianeta più a misura di api, e quindi più a misura d’uomo, passa anche per le casette per insetti impollinatori che i supermercati Coop metteranno in vendita in occasione del 20 maggio, “Giornata Mondiale delle Api”. Le casette-rifugio offrono alle api selvatiche un posto sicuro per nidificare, possono essere messe in qualsiasi luogo e rappresentano un modo semplice per contribuire ad aumentare la biodiversità dell’ambiente nel quale viviamo. Per installarle nei posti giusti bastano poche semplici accortezze, come proteggerle dal vento e dall’umidità e porle almeno a un metro e mezzo di altezza, su un albero o un palo, preferibilmente esposte verso sud o est.
Oltre alle casette, Coop e Unicoop Firenze metteranno in vendita piante “amiche” degli impollinatori – lavanda, tagete, girasole, fiore di cera e alcune piante aromatiche come timo e rosmarino -, perché ognuno nel suo piccolo può creare un ambiente più favorevole a questi insetti. Si chiama infatti Bee Happy (bee significa ape in inglese) la selezione delle varietà di fiori ricche di nettare e polline di cui si nutrono i piccoli insetti impollinatori che si potrà acquistare nei Coop.fi, insieme ad altri prodotti a tema, come la pellicola alimentare a base di cera d’api.
In questo modo, semplicemente installandole nel proprio giardino, chiunque può contribuire ad aumentare la biodiversità dell’ambiente.
«Coop è la prima realtà impegnata nello studio scientifico e accademico del comportamento delle api solitarie – spiega Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia -. Lavoriamo per “fare filiera” e abbiamo coinvolto tutti i possibili attori, dai cittadini al mondo della produzione agricola, dagli apicoltori alle università. Nei campi delle filiere ortofrutticole di Coop, ad esempio, miglioriamo l’habitat delle api riducendo i pesticidi, promuovendo l’agricoltura biologica e invitando gli agricoltori a ospitare arnie e rifugi. Vogliamo fare rete, perché solo così aiutiamo davvero il pianeta».
Ma non solo, Unicoop Firenze aderisce anche alla campagna del Comune di Firenze che, con Aboca, promuove la coltivazione della Facelia viola, particolarmente amica delle api sia sui balconi che nelle aiuole della città.
Utili per l’agricoltura e la biodiversità
Ma come mai le api rendono il mondo un posto migliore? «Se le api sono in “salute” svolgeranno al meglio la propria attività di impollinazione dei fiori, un servizio insostituibile che esse, insieme agli altri insetti pronubi, offrono e che l’uomo non è capace di svolgere – spiega Cervo -. Questi insetti impollinano circa il 90% delle specie dei fiori selvatici. La gran parte della biodiversità vegetale del pianeta, e di conseguenza anche di quella animale, dipende quindi dalle api.
La conservazione della biodiversità è fondamentale per la produttività di un qualsiasi ecosistema, previene disastri naturali e assicura fonti energetiche. Ma le api contribuiscono in modo importante anche alla produzione agricola mondiale e sono fondamentali per la nostra sicurezza e varietà alimentare. L’importanza del servizio ecosistemico che le api svolgono per l’agricoltura a livello globale è stato stimato intorno a diverse centinaia di miliardi di dollari l’anno. L’80% della produzione alimentare in Europa è direttamente o indirettamente legato all’azione delle api».