Stefano Ciafani: 40 anni di Legambiente

Il punto con Stefano Ciafani, presidente nazionale dell'associazione ambientalista

Il 22 aprile si celebra la “Giornata Mondiale della Terra”. E per questo 2021 si riparte dagli obiettivi a medio termine: «Il nostro Paese nel 2030 può fare meglio di quanto chiede l’Europa: sui gas serra possiamo superare la percentuale di riduzione del 55% rispetto ai livelli del 1990, sul riciclo siamo in grado di andare oltre il 60% dei rifiuti e sulla superficie di aree protette l’obiettivo del 30% del totale è a nostra portata di mano – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, l’associazione ambientalista che ha appena compiuto quarant’anni di impegni e conquiste -. Per riuscirci dovremo usare al meglio le risorse del Next Generation Eu, oltre a praticare le giuste scelte politiche da parte delle istituzioni e delle imprese».

Cambiamenti e dimenticanze

Del resto gli ultimi quarant’anni di vita del Paese hanno visto tanti cambiamenti, miglioramenti, ma anche “colpevoli dimenticanze”: «Sicuramente – prosegue Ciafani – è migliorata la conoscenza dei fenomeni che minacciano il nostro patrimonio naturale e la stessa qualità della vita, dai cambiamenti climatici all’inquinamento causato dalla plastica in mare, ma anche la consapevolezza che ciascuno di noi, con i propri comportamenti, le proprie scelte, può fare la differenza, come abbiamo raccontato insieme a Unicoop Firenze con la nostra Guida all’Ecologia quotidiana. È cresciuta anche la sensibilità da parte del mondo delle imprese, come dimostra la diffusione dell’economia circolare, anche se resta davvero molto da fare. Dovremmo, però, essere tutti molto più attenti, a partire da chi ha responsabilità politiche e di governo, all’urgenza di cambiare il modo di produrre e consumare, nel segno di una vera sostenibilità, ambientale, sociale ed economica. La transizione ecologica, per essere efficace, deve accelerare e da subito, anche grazie alle risorse che ci destina l’Europa con il Next Generation Eu».

Se e quando finirà la pandemia, quindi, quale è l’errore da non rifare?

«Innanzitutto speriamo che, grazie al senso di responsabilità di tutti e ai vaccini, la pandemia finisca prima possibile. L’errore più grave che non dobbiamo commettere è pensare che tutto tornerà come prima. La pandemia è il frutto avvelenato, neppure l’unico, del nostro modo, sbagliato, di abitare la Terra. Dobbiamo fare i conti con costi sociali altissimi, come dimostrano i dati sulla povertà che cresce, e non possiamo permetterci di sbagliare la direzione di marcia della ripresa. Anche perché l’Unione europea l’ha tracciata con chiarezza: transizione ecologica, innovazione digitale e coesione sociale. Da far correre insieme».

Spunti per la ripartenza

Se la storia insegna, quella di Legambiente non manca di spunti per ripartire con entusiasmo verso la difesa del pianeta. Tante le campagne storiche e quelle più recenti dell’associazione ambientalista, che spesso hanno trovato il plauso di Coop: a luglio 1986 ad esempio è la prima volta di Goletta Verde, l’imbarcazione che attraverso i monitoraggi delle acque di balneazione promuove la tutela dei mari, tutela che è stata ribadita anche con la sperimentazione “Arcipelago Pulito per un mare toscano senza rifiuti” nel 2018, con Unicoop Firenze e Regione Toscana. Nel 1991 spazio alla prima battaglia per l’eliminazione dei pesticidi, con il dossier “Pesticidi nel piatto”, in cui vengono analizzati i dati delle Usl su oltre 10.000 campioni di frutta e verdura. Un impegno, questo, su cui anche Coop è stata molto attiva nello stesso periodo, con i risultati che tutti oggi possiamo apprezzare.

Belli dentro e fuori

“Mal’Aria” e “Civico 5.0” sono due delle campagne più importanti di Legambiente in questo particolarissimo 2021. La prima nasce nell’autunno del 1993, accompagnata dalla suggestiva immagine dei lenzuoli bianchi appesi alle finestre che col tempo si anneriscono per lo smog. Oggi si può partecipare attivamente online aderendo alla petizione “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”.

Tenuto conto che l’inquinamento atmosferico causa ogni anno in Italia più di 50.000 morti, oltre a contribuire a indebolire irrimediabilmente la salute dei cittadini, basta una firma su attivati.legambiente.it per pretendere città più pulite e più vivibili, chiedendo al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.

 “Civico 5.0” invece è la campagna nazionale di Legambiente nata con l’obiettivo di stimolare il mondo che ruota intorno ai condomini a pensare a un nuovo modo di vivere in queste comunità. Il microcosmo condominio, riscoperto negli ultimi mesi in cui la pandemia ci ha letteralmente chiuso in casa, diventa così il punto di partenza per sollecitare soluzioni che possono da un lato ridurre i costi nel bilancio familiare, dall’altro migliorare la qualità di vita, il comfort abitativo e contribuire in modo importante alla lotta contro i cambiamenti climatici, l’inquinamento atmosferico e la riduzione di risorse importanti come l’acqua e il suolo. È così possibile partecipare richiedendo un monitoraggio del proprio condominio (https://civicocinquepuntozero.it/) o aderire al lato più sociale dell’iniziativa, quella della rete informale, composta di condomini e condòmini, nata con l’obiettivo di ragionare insieme sugli strumenti e le azioni utili per la sostenibilità.

Non abbandoniamole

L’emergenza continua ed è notizia di pochi giorni fa che le mascherine sono arrivate a invadere la barriera corallina delle Filippine. Per questo è sempre attualissima la campagna “Non abbandoniamole”, lanciata da Unicoop Firenze e Legambiente a giugno 2020: ricordiamoci di non disperdere i dispositivi di protezione nell’ambiente e di gettarli nell’indifferenziato. Arrivati in mare, altrimenti, possono mettere a rischio la salute dell’ecosistema e dei pesci.

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