L’economia post-Coronavirus si presenterà molto diversa da quella che conoscevamo. Ne è convinto Stefano Casini Benvenuti, direttore Irpet – Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana, che vede la Toscana alla prova del virus così: «Negli ultimi mesi, con l’emergenza sanitaria e la crisi economica che ne è seguita, abbiamo bruciato le risorse accumulate in un quarto di secolo. Il Pil viaggia su una perdita di 9-10 punti percentuali a livello nazionale, che può raggiungere il 10-12% in Toscana, dove pesano di più export – aumentato del 70% negli ultimi 10 anni – e turismo.»
«Parliamo di 10-11 miliardi in meno e 150-160.000 posti di lavoro in bilico, oltre a un netto calo di entrate per gli enti locali: fino a meno 700 milioni di euro in Toscana, di cui ad esempio 70 dai mancati introiti delle imposte di soggiorno. Con la fase due sono ripartite le imprese che operano con i mercati internazionali, oltre 100.000 addetti sono tornati nelle fabbriche, ma c’è ancora moltissimo da fare.»
«Per il futuro dobbiamo pensare a lanciare una fase totalmente nuova. Sono tre le caratteristiche che vedo come fondamentali: riprendere i lavori sospesi alle infrastrutture, investire in green economy (economia verde) e in silver economy (economia argento) per gli anziani e, infine, rivedere alcune scelte di politica industriale, per arrivare ad accorciare le filiere e riportare in Toscana e nel Paese alcune produzioni fondamentali».
La via di uscita dalla crisi passa per un nuovo sistema di filiere?
La ripartenza richiederà molto tempo e un grande sostegno pubblico, sicuramente dovremo accorciare le filiere. Già accade nell’agroalimentare, dove le produzioni toscane sono favorite e valorizzate nella distribuzione, anche grazie all’impegno di Unicoop Firenze. Ma le filiere corte dovrebbero estendersi ad altri settori e arrivare a sostituire la logica di forte delocalizzazione che ha mostrato le proprie lacune in questa emergenza. Ad esempio, ci sono imprese che si sono dovute fermare perché non ricevevano gli approvvigionamenti dai Paesi più lontani.
Cambierà qualcosa per la distribuzione organizzata?
Il settore della distribuzione per ora ha accusato meno il colpo, anche se ha dovuto far fronte a pesanti difficoltà organizzative. Nei prossimi mesi, però, a causa degli effetti della crisi sulle famiglie toscane, i consumi rallenteranno ed aumenterà il bisogno di sicurezza. Se oggi questo termine si riferisce principalmente alla sfera della salute, nel futuro prossimo acquisterà maggiore valore anche relativamente ai consumi: i toscani porranno sempre più attenzione a qualità e provenienza.
Emergenza ambientale: era prioritaria prima della crisi sanitaria, sarà importante anche per la ripartenza?
Nel futuro prossimo verrà predisposto un forte impegno anche da parte del settore pubblico, dal livello europeo a quello locale, e senza dubbio l’economia verde dovrà rappresentare uno degli indirizzi principali per gli investimenti.