Con il cibo che avanza si potrebbero nutrire tre miliardi di persone, calcola l’Onu. Oltre un terzo della produzione alimentare viene sprecata: fatto 100 lo spreco lungo la filiera agroalimentare, fra il 60 e il 70% del totale si genera proprio fra le mura di casa, in modo anche inconsapevole. Ma nell’ultimo periodo qualcosa è cambiato: secondo l’indagine 2023 dell’Osservatorio Waste Watcher International, su un campione rappresentativo di 7500 persone in 8 Paesi, rispetto all’anno precedente lo spreco alimentare cala drasticamente ovunque.
Anche gli italiani stanno facendo passi avanti e riducono lo spreco domestico a 469 grammi a testa alla settimana, con un calo del 21% rispetto al 2022.
I motivi? Un po’ perché cresce la sensibilità ambientale e un po’ per ragioni economiche: in due anni i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 21,3%, come certifica il Rapporto Coop, e si prevede che, nel 2024, cresceranno ancora del 4%. A spiegare i numeri dell’indagine Andrea Segrè, che di spreco si occupa da oltre venti anni, ideatore della campagna “Spreco Zero” e di “Last Minute Market” e direttore scientifico di Waste Watcher international, che ha sede a Bologna: «La riduzione dello spreco è una buona notizia che però deriva dalla profonda crisi che stiamo vivendo: lo scatto inflattivo ha fatto diminuire gli acquisti alimentari e di conseguenza ciò che si getta via. Il che ha colpito le fasce meno abbienti della popolazione, le prime a sentire il peso dell’inflazione alimentare».
Qualità del cibo e spreco
Se, da un lato, la perdita del potere d’acquisto ha dato una sforbiciata allo spreco, a guardare più in profondità il fenomeno ha luci e ombre, spiega Segrè: «Checché se ne dica, i poveri non solo mangiano male ma, paradossalmente, sprecano anche di più. Guardando ai dati dell’Italia, mentre il ceto medio, che compra prodotti migliori, riesce a ridurre lo spreco (-10%), i meno abbienti, costretti ad comprare prodotti di minore qualità, devono fare i conti con lo spreco per il deterioramento veloce di quanto acquistato». Così, nei ceti popolari lo spreco alimentare fa registrare un +12%, con picchi del 17% sulla verdura e del 13% sulla frutta fresca: «Tutti dati, questi – continua Segrè -, che rivelano anche un peggioramento della dieta alimentare, con effetti negativi sulla salute e sui costi sanitari».
Tecnologia salva-cibo
Se ognuno di noi dimezzasse ciò che getta via, ancora buono a livello domestico (in Italia vale oltre 7 miliardi di euro), il beneficio sarebbe economico e ambientale, individuale e collettivo. Proprio per far toccare con mano quanto danno produce lo spreco, un anno fa è nato lo Sprecometro, un’applicazione ideata e sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher, insieme al Dipartimento di Scienze Tecnologiche Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market: «Nello Sprecometro – spiega Segrè – la misurazione di ogni alimento buttato viene calcolata in valore economico, in impronta idrica e carbonica.
Se gettiamo via 100 grammi di formaggio, perché lo abbiamo lasciato ammuffire in frigo, sappiamo subito quanti euro abbiamo buttato nella spazzatura, quanta acqua è stata sperperata e CO₂ generata, in km percorsi da un’auto». Facile e intuitiva, la app è uno strumento per tutti, singoli o gruppi, come famiglie o scuole, che permette di tenere un diario dello spreco e propone giochi e schede informative per migliorare l’approccio con il cibo e adottare comportamenti alimentari sani e bilanciati.
L’impegno di Unicoop Firenze
Da ormai 20 anni la cooperativa ha al suo attivo il progetto “Buonfine”, grazie al quale prodotti non più vendibili, ma ancora idonei al consumo, possono essere ceduti alle associazioni di volontariato e, quindi, distribuiti alle persone in difficoltà. Nel 2023, grazie al progetto, 83 associazioni onlus in Toscana hanno ricevuto donazioni partite da 72 punti vendita Unicoop Firenze e dai magazzini, per un totale di 409mila kg e 790mila pezzi.
Contro lo spreco nei punti vendita è attiva anche l’iniziativa “Mangiami subito” su prodotti prossimi alla scadenza con sconti del 50%: nel 2023 il progetto ha consentito a soci e clienti un risparmio di 4,3 milioni di euro.
Il 5 febbraio è la “Giornata nazionale contro lo spreco alimentare”, ideata proprio da Andrea Segrè.