Paola Turci: praticare rispetto

A tu per tu con la cantautrice italiana per parlare di donne, ambiente, musica

Un modo di pensare e di agire. E, soprattutto, è un modo di amare: così Paola Turci ha definito il rispetto, nell’intervista in cui, a voce alta, riflette anche sui temi di oggi: donne, ambiente, musica e arte come risorsa per far circolare idee e buoni valori. È un seme che va piantato, non una volta sola per tutte, ma ogni giorno. Semplicemente, praticandolo, ognuno come può. Qualcuno, come Paola Turci, con la musica.

Rispetto e donne: Liliana Segre, Michela Murgia, Laura Boldrini e tante altre donne bersaglio sui social media. Perché?

Intanto sui media vengono attaccate sempre le donne e le persone più forti, che hanno una storia, di grande valore. E le persone che lei ha nominato per me hanno un valore enorme, le stimo tutte. Questi attacchi sono una nuova forma di denigrazione sociale: è un tentativo di indebolirle agli occhi dell’opinione pubblica, di distruggere la forza della loro intelligenza colpendo la loro sensibilità. Questi attacchi sono, appunto, una grande mancanza di rispetto perché tentano di sminuire queste donne con l’offesa volgare. Ma le reazioni di queste personalità sono, invece, esempi di grande eleganza e autorevolezza. Ciò dà la misura della qualità che c’è dietro i volti. Sono certa che l’opinione pubblica conosce e riconosce da che parte sta la qualità.

Per Paola Turci, cos’è il rispetto?

Per me il rispetto ha a che fare con l’educazione, la gentilezza, con la conoscenza e la sensibilità. Con l’amore: rispetto, è amore, alla fine. Dobbiamo ricominciare a praticarlo, tutti giorni: in famiglia, sull’autobus e per strada, a scuola e in politica, bisognerebbe reintrodurre dosi di rispetto quotidiano e ripiantarne qua e là qualche seme. Poi, piano piano, germoglia: è legge di natura.

Rispetto per l’ambiente: come metterlo in pratica?

Cerco di avere una visione del mondo e degli altri il più inclusiva e accogliente possibile. Cerco di vederlo in modo responsabile questo mondo, pensando ogni giorno che in questo mondo siamo tutti insieme. Sulla stessa barca, come si dice. Non possiamo dividerci, isolarci perché non è possibile, perché stare tutti insieme su questa Madre Terra è il nostro destino.

Ha portato spesso il tema dell’ambiente sul palco: con la sua canzone Chernobyl, ma anche nel concerto per l’Earth Day o in occasione dell’evento Risorgimarche. Che funzione può svolgere la musica in questo senso?

Chernobyl è una canzone che racconta una storia di tanti anni fa, ma ad ascoltarla oggi, sembra ancora terribilmente attuale. È una storia che ancora oggi, in altre forme, ancora si ripete: se pensiamo ai disastri ecologici, all’impoverimento a cui abbiamo portato il nostro pianeta, sembra scritta oggi.

L’impoverimento riguarda tutto: l’ambiente in senso stretto ma anche le ingiustizie a danno dei più deboli, come i bambini, i poveri del mondo, le vittime della guerra. Se pensiamo che ancora oggi il razzismo è una malattia sociale tanto contagiosa… c’è ancora molto da fare. Chernobyl parla di tutto questo. Di un’umanità che non mette a fuoco la priorità, che non custodisce bene i suoi tesori più preziosi. La musica non ha il dovere di cambiare la testa delle persone ma ha la forza e il potere di arrivare al cuore delle persone, di smuovere le sensibilità delle persone. Perciò è possibile farne strumento prezioso.

Il rispetto nel mondo della canzone: quale la situazione oggi?

La canzone vive di differenziazioni sociali, sessuali, di discriminazioni. È un mondo vario e misto, non è semplice definire “in generale” un mondo così articolato e vasto. Spesso, in un contesto come questo, dove pesano i giudizi e i pregiudizi, il rispetto è una delle prime vittime. È la prima vittima anche in molti ambiti lavorativi. Forse il mondo della canzone si salva di più perché l’arte ci aiuta a essere più sensibili e a raccontare la parte più sfumata e delicata di noi esseri umani. Perciò è essenziale: per restare vivi, sensibili e umani.

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