In occasione della Festa della Liberazione, che si terrà il prossimo 25 aprile, abbiamo intervistato il giornalista e scrittore Gad Lerner sul progetto coordinato con Laura Gnocchi Noi partigiani.it, il Memoriale della Resistenza italiana, un sito che raccoglie 500 volti, con le memorie e le testimonianze di partigiani e partigiane, storie di vita di giovanissimi raccontate in tarda età dagli interessati, ai giovani di oggi.
A realizzare le interviste hanno contribuito decine di volontari e volontarie: uomini e donne dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani), giornalisti, attivisti, parenti, cittadini e cittadine.
La Resistenza Oggi. Quanto è importante raccontare le storie dei partigiani oggi?
Chi ha perduto durante la pandemia del Covid una persona cara anziana sa benissimo quale tesoro di memoria, di esperienze, di insegnamenti se ne sono andati insieme a lei. E’ stata una corsa contro il tempo raccogliere le memorie e le testimonianze delle partigiane e dei partigiani d’Italia appartenenti alla generazione che ha vissuto i 20 mesi terribili dall’8 settembre del 1943 al 25 aprile del 1945, in cui si è formato il nucleo culturale che ha dato vita ad un sistema democratico, alla nostra Costituzione basata proprio sull’antifascismo, sulla Resistenza. Alcuni dei 500 testimoni che compaiono in Noipartigiani.it nel frattempo se ne sono andati, alcuni hanno raggiunto i 102-103 anni e sono ancora lucidissimi.
Per Laura Gnocchi e per me che abbiamo coordinato la rete di volontari che è andata nelle case di queste persone a farsi raccontare la loro scelta è stata un’esperienza emozionante, ma anche straordinariamente istruttiva. La loro esperienza ci consente di metterci nei loro panni di ragazzi e adolescenti che dovevano compiere una scelta temeraria, a volte ai limiti della follia e, invece, te la spiegano come assolutamente normale, necessaria. Credo sia un grande insegnamento per i giovani di oggi.
Giovani e libertà. I giovani partigiani possono insegnare cos’è la libertà ai giovani di oggi?
I nostri intervistati erano i più giovani protagonisti della Resistenza perché i vecchi comandanti se ne sono già andati. Ma questi sono coetanei dei ragazzi che invitiamo a leggere queste storie, e potranno davvero mettersi nei loro panni, e chiedersi che cosa vuol dire essere partigiani. Partire proprio da questa parola e dal suo verso significato.
Cosa è il contrario di partigiano? Neutrale, uno che non sceglie, che ritiene di stare in mezzo. Le storie di questi ragazzi sono le storie dei coetanei di ieri dei lettori delle scuole medie, dai 12 anni in su, che oggi dovranno conoscerle. E a questa età per fortuna è più difficile stare in mezzo, non parteggiare.
La Memoria dei partigiani. Qual è la storia che l’ha colpita di più?
È difficile tirare fuori una sola storia dalle 500 che abbiamo raccolto. Se proprio devo sceglierne una, per ragioni anagrafiche e di età, penso alla storia di un ragazzino che si chiamava, e che tutt’ora si chiama, Gustavo Tolenghi. A 11 anni i suoi genitori lo convocarono in cucina e gli dissero che, poiché ebrei, restando insieme avrebbero rischiato con più probabilità di essere presi in un rastrellamento ed essere deportati. E fu così che Gustavo fu mandato nella Brigata Monferrato, suo padre tornò a Torino, mentre sua madre andò in un’altra brigata. Fecero un patto: alla fine della guerra, se sarebbero sopravvissuti, si sarebbero ritrovati, il giorno della Liberazione in piazza Castello a Torino. Gustavo in Brigata fece la staffetta, gli dettero anche una pistola, trasportava i messaggi. Questo per tutto il 1944 e i primi mesi del 1945. Partecipa alla Liberazione di Torino, ma mentre tutti festeggiano, lui in piazza Castello aspetta i suoi genitori. Il primo giorno non arriva nessuno, il giorno dopo neanche, il terzo giorno arriva suo padre, e il quarto giorno sua madre. Allora anche Gustavo festeggiò la Liberazione.
Qual’è stato il ruolo delle donne per la Liberazione e la nascita della Repubblica?
Rispondo con le parole di una partigiana, Teresa Vergalli, la cui testimonianza potete ascoltarla anche nel sito noipartigiani.it
Lei teneva corsi di formazione ai partigiani, perché a 18 anni aveva fatto la magistrale ed era considerata una donna istruita. Li teneva su dispense scritte da Giuseppe Dossetti per spiegare cosa era la democrazia. A questi incontri partecipavano anche le donne delle cascine e dei fienili dove venivano nascosti i partigiani. Lei spiegava loro che, se avessero vinto, anche le donne avrebbero potuto avere il diritto di votare e a loro sembrava qualcosa di incredibile, di inverosimile. Invece, un anno dopo ci sono arrivate: era il 2 giugno del 1946.