«L’indipendenza energetica è uno slogan e raramente è fattibile e funziona. L’interdipendenza è la soluzione – aiuta sempre lo sviluppo mio e di chi mi rifornisce in uno scambio reciproco -, ma dobbiamo eliminare ogni situazione di “dipendenza” da chi, quando conviene, può usare la sua posizione di forza per esercitare pressione, per ricattarti».
Da dove arriva l’energia per il fabbisogno italiano?
L’Italia produce solo l’8% del petrolio e il 4% del gas (pur avendone) necessari. Il petrolio viene importato da una grande varietà di Paesi che cambiano ogni anno a seconda del mercato (Azerbaijan, Libia, Iraq, Russia, Nigeria, Arabia Saudita, Norvegia ecc.), mentre per il gas c’è un sistema di fornitura più rigido (dovuto alle infrastrutture, ndr), che negli ultimi anni ne ha fatto arrivare il 38% dalla Russia, il 28% dall’Algeria, il 10% dall’Azerbaijan, il 4% dalla Libia, il 3% dall’Europa del Nord, mentre il restante 13% è gas liquefatto che a sua volta viene in gran parte da Qatar, Stati Uniti, Algeria e altri.
In conseguenza alla guerra in Ucraina, la Germania ha riaperto le centrali a carbone; in Italia che succederà?
Anche il Governo italiano ha autorizzato Enel alla riaccensione di qualche centrale a carbone, ma si tratta di numeri davvero marginali. La sfida è sostituire i 30 miliardi di metri cubi di gas russo in caso di interruzione improvvisa da qui all’inverno. Abbiamo preso accordi in Algeria, Egitto, Qatar, Congo, Angola per avere forniture diverse (e in tempi diversi) che ci permettano di essere completamente autonomi da Mosca in 3 anni. Nel frattempo tutti gli operatori stanno cooperando con Snam per riempire gli stoccaggi (la nostra dispensa invernale) e sono state semplificate le regole per installare fonti rinnovabili. In più servono accortezze, consumi intelligenti, comportamenti indirizzati al risparmio. È un’equazione complessa: non c’è una sola soluzione magica, ma un insieme di misure e di comportamenti che ci aiuteranno a superare la crisi.
È sempre raggiungibile l’obiettivo “decarbonizzazione” entro il 2050?
Resta il nostro traguardo: abbiamo affrontato due crisi di fila, la pandemia e la guerra, ma la lotta al cambiamento climatico è la stella polare di tutti noi, poiché riguarda la vita delle generazioni a venire. Dobbiamo solo renderci conto di quanto è ripido il cammino: in 200 anni saremo passati da 1 a 9 miliardi di abitanti, tutti con l’ambizione di avere l’energia che desideriamo, possibilmente tutta sostenibile. Confido che ricerca e tecnologia ci daranno la mano decisiva in questa maratona, perché l’energia è sempre stata una storia di continua innovazione.
Come rendere più virtuoso il processo della produzione del fotovoltaico, attualmente in mano cinese?
Chi semplifica troppo la transizione dice che saremmo passati facilmente dalle guerre per il petrolio alla pace diffusa delle rinnovabili per tutti. È vero: sole e vento sono ovunque, ma i minerali necessari per pannelli, batterie, accumulatori, no. La catena di produzione si è spostata tutta verso la Cina. Una nuova geopolitica cui abituarsi. La risposta è nella capacità europea di costruire catene di fornitura più vicine a noi, anche in Italia.
Come superare le contraddizioni fra esigenze ambientali e bisogno di energia?
È la sfida più difficile per i decisori politici. Tutti spontaneamente vorremmo servizi pubblici che risolvono i nostri problemi (rifiuti, mobilità efficiente, energia) senza pagare mai il “costo” per le infrastrutture necessarie. Si dice “effetto nimby”, “not in my backyard”, cioè voglio la soluzione, ma non nel mio giardino. Però i luoghi non vengono mai scelti a caso, come per la nave di Snam a Piombino, dove la rete di distribuzione e il sito hanno le caratteristiche giuste. Una buona informazione può aiutare ad allontanare le paure, spesso fondate su dati poco attendibili.
Dal punto di vista del cittadino, quali sono le scelte da fare in questo momento?
Ciò che vale per il consumo alimentare vale anche per l’energia: no agli sprechi, molto buon senso, tanti piccoli gesti quotidiani orientati al consumo responsabile. Aiuta l’ambiente e paghiamo pure meno in bolletta.
Fonti per il fabbisogno energetico in Italia
Su 100:
43% gas,
32% petrolio,
12% rinnovabili
13% altro
(Fonte:Eni)