Prova, verifica e condivisione: così procede la scienza e, insieme, la vita di una ricercatrice come Elena Cattaneo, scienziata e senatrice a vita, nominata dal presidente Giorgio Napolitano il 30 agosto 2013. Una doppia missione sui terreni della scienza e della politica da sempre transitati da uomini.
Da piccola, cosa sognava di diventare?
Penso di aver avuto tanti sogni. Forse il sogno più importante era quello di rendermi utile. Qualunque cosa avessi fatto, doveva essere utile anche agli altri, o soprattutto agli altri.
Perché questo lavoro la appassiona così tanto?
Perché permette di studiare le cose che nessuno conosce. È come immaginarsi in un deserto, il deserto della non conoscenza: tu devi trovare la strada, per te e per gli altri. Nessuno ti dirà da che parte andare, sei tu, con la tua preparazione e la tua squadra, a identificare la via. E poi dovrai anche costruirla perché, da quella parte, magari, non c’era mai stato nessuno prima.
8 marzo 2020.La campagna di Unicoop Firenze
Cosa ha imparato in questi anni di ricerca?
Ho imparato a fallire e a ricominciare, perché costruire una strada nell’ignoto comporta fatica e tanti fallimenti. Poi a un certo punto arriva la scoperta e lì ti senti veramente il primo essere umano al mondo di fronte a un risultato che nessuno aveva mai visto. L’emozione è enorme: se lavori nel campo della biomedicina, ti rendi conto che quella conquista è un passo avanti verso la comprensione o la cura di una malattia. Allora quella scintilla proprio non si spegne più.
La politica la appassiona quanto la scienza?
Decisamente sì, perché io ho sempre amato l’aspetto sociale della scienza. La scienza si fa dentro i laboratori per i cittadini. Lo scienziato studia su mandato dei cittadini e la politica organizza su mandato dei cittadini. Scienza e politica dovrebbero essere alleate, ma bisogna veramente lavorare molto per mantenere aperto il dialogo fra questi due mondi troppo spesso distanti.
Donne e scienza: quali ostacoli e come superarli?
Anche in questo caso non c’è niente nella scienza che possa essere precluso a una persona, solo perché è donna o uomo. La scienza è un campo infinito dove entrano le idee, a prescindere dal genere. Le difficoltà sono tante, magari per le donne un po’ di più: serve un sostegno sociale e della famiglia. C’è una scintilla in tutti noi: sta alla società e alla politica creare le condizioni per beneficiare dell’immensa capacità di ciascuno di ideare quelle strade nel deserto della non conoscenza.