La cultura e lo spettacolo dal vivo in Italia sono per quanto mi riguarda, e dico per fortuna, principalmente sostenuti dagli Enti Pubblici, Stato, Regioni, Enti Locali e Comuni.
Questa, che potrebbe sembrare una mera questione economica, rimane invece una caratteristica fondamentale per l’agire di ogni operatore culturale al quale spetti determinare gli obiettivi, i vari progetti artistici e culturali di competenza, ma anche quelli sociali da raggiungere. Tali obiettivi non possono prescindere da considerazioni etiche, da una capacità di interpretare le sensibilità della propria comunità, con un’apertura dialettica e di contenuti la più ampia possibile.
In questa senso l’operatore culturale deve mediare le proprie aspirazioni culturali e competenze per fare in modo che l’offerta sia positivamente percepita e accettata.
Per quanto mi riguarda non esiste, ad esempio, un pubblico solo per la lirica o un pubblico solo per la sinfonica, ma tanti pubblici diversi potenzialmente interessati alle nostre produzioni.
Magari si tratta di persone che forse per la prima volta si affacciano a questo genere culturale, ma se l’azione di coinvolgimento è strutturata in modo da fornire, prima della partecipazione all’evento, una serie di informazioni storiche e letterarie sui contenuti, si otterrà, come è avvenuto, una partecipazione e un gradimento positivo, non passivo, ma da coprotagonista dell’evento stesso.
Si realizza così uno degli obiettivi etici dell’operatore culturale: estendere la fruizione, allargare senza limiti il pubblico, “remunerare” l’investimento pubblico come una crescita sociale.
In questa direzione il Maggio Musicale Fiorentino ha avuto la possibilità di agire grazie a un partner prezioso quale Unicoop Firenze, che ha creduto in un progetto che sta mettendo in atto attraverso i propri soci, dando loro la possibilità di fruire in prima persona di una gran varietà di spettacoli durante tutta la nostra stagione.
Questo nuovo pubblico, o anche ritrovato, ha potuto assistere ad alcuni capisaldi della musica lirica e sinfonica, ma non prima di essere adeguatamente informato su cosa andava a vedere o come sarebbero state le realizzazioni teatrali, fornendo alcune linee di comprensione di ciò che lo spettacolo vuole rappresentare e del significato più critico presente in essa.
Ecco la presenza nelle varie sedi di Unicoop Firenze degli operatori del Maggio, dei registi e dei direttori d’orchestra, fra cui il nostro direttore musicale Fabio Luisi.
Quello che abbiamo realizzato con Unicoop Firenze è un progetto-sfida che sta dando ottimi risultati. Si tratta ora di proseguire per il futuro, perché far assistere assieme, dentro un teatro, migliaia di persone a uno spettacolo che non potrà mai più essere ripetuto nello stesso modo, dare la possibilità di criticare, di scambiare opinioni, di riportare a casa le nuove emozioni, è un fatto culturale importante che sicuramente fornirà spunti, capacità critiche e di discernimento, per affrontare la complessità dovuta al rapido cambiamento della vita attuale.