Consigli per il dopo feste

Il cibo che aiuta a star bene. Intervista al dott. Domenico Pellegrini-Giampietro, medico e professore ordinario di Farmacologia all’Università di Firenze

La notizia è di quelle da prima pagina: «Dopo una certa età è meglio qualche chilo in più che in meno». La fonte è attendibile: Domenico Pellegrini-Giampietro, medico e professore ordinario di Farmacologia all’Università di Firenze. E di questi tempi, passato il Natale, la notizia risulta anche rassicurante, ma tutto di- pende da cosa si intende per “una certa età”. «Sembra strano ma superati i 65 anni quei due-tre chili di sovrappeso fanno comodo».

Nonni e coetanei possono stare tranquilli se ci vuole un buco in più nella cintura, mentre gli altri, i più giovani, dovranno attestarsi su un giro vita che non superi i 94 cm per gli uomini e gli 80 per le donne, per ridurre il rischio di malattie. Nel mondo occidentale, infatti, si mangia ancora troppo.

Ma cosa cambia dopo una certa età?
«Succede che i muscoli perdono massa, con conseguenze a effetto domino sullo stato di salute generale. Questa condizione si chiama sarcopenia». E induce quella sensazione di debolezza che spesso si riscontra negli anziani; la si combatte con un’alimentazione equilibrata che con- tenga proteine e con il movimento fisico, preferibilmente all’aria aperta. Fattori che incidono positivamente anche nei confronti di osteoporosi e riduzione della massa ossea in generale, un processo che comincia già dopo i trent’anni: «L’attività all’aria aperta serve ad attivare la vitamina D che aiuta a depositare il calcio nelle ossa. Sono ricchi di calcio non solo latte e formaggi, ma anche carciofi, noci e nocciole, e l’acqua minerale, persino quella del rubinetto. Mentre la vitamina D si trova soprattutto nel pesce e nel tuorlo d’uovo».

Curarsi con il cibo

Gli studi del professor Pellegrini-Giampietro sono orientati a dimostrare come il cibo possa essere esso stesso una medicina: «Farmaco è qualsiasi cosa modifichi le nostre funzioni fisiologiche: il cibo che introduciamo nel nostro organismo lo fa, fornendo le sostanze di cui abbiamo bisogno e di conseguenza ci fa anche stare bene oppure male, a seconda di quello che mangiamo. Noi italiani siamo fortunati perché la Dieta Mediterranea è un regalo che la natura ci fa grazie ad alimenti che prevengono molti tipi di malattie».

Largo a verdure, legumi e frutta di stagione, ma secondo lo studioso abbiamo bisogno di tutti gli alimenti: «È sbagliato dire che il burro non va mangiato, come per i farmaci è una questione di dosi.

Anche carne e alcol non sono da vietare in assoluto, ma bisogna conoscere le caratteristiche dei diversi alimenti per sapere come dosarli e variare, questa è la parola chiave, e non seguire quelle diete che prevedono solo un numero ristretto di cibi. Mangiando quello che offre la natura nelle diverse stagioni, difficilmente avremo un’alimentazione squilibrata».

Nell’epoca dei super food, i cibi cosiddetti super perché ricchi di principi nutritivi, l’invito è dunque a recuperare la tradizione della varietà: «Il ricorso ai super food è un tentativo di supplire a carenze, anche di i tipo psicologico. Lo stesso vale per gli integratori, che vanno presi solo in presenza di problemi. Si tratta di una modalità di pensare al cibo di stampo anglosassone; in Italia abbiamo una cucina talmente varia che non abbiamo bisogno di concentrarci su un unico alimento, per quanto esso sia nutriente».

Digiunare sì ma con moderazione

Fra le mode alimentari di queste ultimi anni ha esercitato notevole fascino una pratica antica, quella del digiuno. Ma ci domandiamo quanto sia salutare: «Il digiuno senza esagerazioni può essere utile, anche gli animali lo fanno ed è dimostrato che una restrizione calorica porta a una maggiore longevità. In alcune persone, il digiuno così detto intermittente è quasi istintivo, così come la pratica di saltare la cena della domenica dopo un fine settimana di abbondanti libagioni». Lo facevano anche i nostri nonni, che per cena si limitavano a consumare una minestrina o, seguendo i precetti della religione cattolica, si astenevano dal consumare carne il venerdì.

«Ma anche il digiuno deve essere fatto con criterio per evitare i cali ipoglicemici che potrebbero verificarsi mentre ci si astiene dal cibo e i picchi di iperglicemia che si presentano invece quando si ricomincia a man- giare. Inoltre, il digiuno è indicato prima dei 55 anni, dopo favorisce la diminuzione della massa muscolare con i rischi importanti per la salute di cui abbiamo già parlato».

Bene a sapersi!
Superati i 65 anni due-tre chili di sovrappeso fanno comodo.

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