Nessuno scambi l’economia circolare per un bucolico mondo dal quale i rifiuti scompaiono per magia: Antonio Massarutto, docente di Economia pubblica all’Università di Udine e research fellow al Green della Bocconi, mette in guardia dalle facili soluzioni e dalle ottimistiche previsioni.
Tra i più apprezzati esperti italiani di politiche ambientali ed organizzazione dei servizi pubblici locali – in particolare idrico e rifiuti – il professore Massarutto sgombra il campo da ogni dubbio: una società industriale senza rifiuti è impossibile.
Un libro, un viaggio
E il perché è spiegato passo passo nel suo libro “Un mondo senza rifiuti”, presentato lo scorso ottobre presso , in occasione dell’incontro organizzato dal Comune di San Giovanni Valdarno in collaborazione con la locale sezione soci Coop. E dopo la constatazione apparentemente pessimista, serve uno slancio della volontà: perché la nostra civiltà non finisca per morire soffocata dai propri scarti, è comunque necessario imboccare una strada alternativa a quella che oggi stiamo percorrendo. E allora il libro, e il pensiero del professore, diventano un viaggio nell’economia circolare: questo il sottotitolo e il filo conduttore che guida il lettore alla scoperta di come si fa a produrre e a consumare senza distruggere, in un’ottica di economia circolare.
Il video
Da cosa nasce cosa
«L’economia circolare è un modello che cerca di assomigliare il più possibile al ciclo della natura – ha dichiarato il professore in occasione dell”incontro – ossia un modello in cui gli scarti degli uni sono il cibo degli altri, in un processo che si alimenta senza fine, opposto al processo lineare che finora si è fondato sul prelevare, buttare, prelevare, buttare e così via. Oggi in Italia buttiamo in discarica il 25% dei nostri rifiuti: sono molto meno del 90% che buttavamo 20 anni fa ma sono ancora troppi Abbiamo ancora un bel po’ di strada da fare ma siamo sulla buona strada».
Come fare per
Oggi la sensibilità si è spinta in avanti su alcuni fronti e indubbiamente c’è sempre più attenzione all’impiego della plastica . Secondo il professor Massarutto, però, non bisogna demonizzare i materiali ma gli usi che se ne fanno: «Certamente è un materiale che, se gestito in modo troppo spensierato, ci crea problemi di accumulo ma usarla nel modo corretto non significa che per forza debba finire negli oceani e nelle pance dei pesci. Questo passaggio può essere interrotto: si possono progettare plastiche diverse e, soprattutto, si può usare la plastica con più misura e in modo più consapevole».
Un orizzonte possibile
L’economia circolare è un’opportunità sotto il profilo sia ambientale sia economico per l’Italia, che malgrado tutte le sue problematiche e i suoi ritardi, ha già conquistato alcuni primati positivi.
E su questo il professor Massarutto ha indicato anche una via possibile da percorrere: «Questo è un Paese con le prime pagine dei giornali intasate di “monnezze”: ma è un Paese che ha un sacco di frecce al suo arco. Ha una tradizione di Paese riciclone da secoli: è un Paese le cui imprese non aspettano altro che potersi cimentare in una nuova grande sfida come quella il pacchetto dell’economia circolare dell’Unione Europea ci pone davanti».
La frase
“Tutti gli esseri viventi producono scarti, ma solo homo sapiens produce rifiuti”.