Trama
La storia è quella del paese di Eranova, nella Piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, che è stato sacrificato sull’altare di una politica miope e corrotta, interessata solo al provvisorio tornaconto politico, che nel caso specifico era rappresentato dal contentino da dare ai Reggini, dopo i moti degli anni ’70 per il trasferimento della capitale calabrese a Catanzaro.
Il tanto decantato quinto polo siderurgico italiano era agognato anche dalla maggioranza dei calabresi, rappresentando per loro una prospettiva di lavoro e di crescita economica. Per cui gli abitanti di Eranova si sono ritrovati soli contro il mondo, senza collaborazioni o solidarietà, vittime essi stessi di una promessa tanto allettante quanto vuota. Una sola voce contraria si levò all’epoca a livello nazionale, quella di Pier Paolo Pasolini, coscienza vigile e attenta di una generazione che correva verso il baratro e a lui si rivolsero Lorenzo e Lina, i due protagonisti del libro, ma ogni azione venne stroncata dalla morte precoce dell’artista.
Lorenzo rappresenta lo scrittore stesso, con la sua storia e le sue prospettive; Lina è una voce giovane e forte, una ragazza estremamente attaccata al suo territorio, che lotta accanitamente, cercando di smuovere i suoi stessi conterranei.
La citazione degna di nota
La libertà, è tutto nella vita di un uomo, come l’aria che respiriamo, meglio se buona e frizzante, come la nostra che viene dal mare(pag.19)
La rivoluzione la rimandiamo all’autunno, quand’è più fresco o ci annoiamo (pag.35)
Nessuno teme davvero la sparizione di Eranova. Qui la rimuovono come da giovani si rimuove l’ombra di vento della morte. Tutti sappiamo che prima o poi ci agguanterà, ma sotto sotto non ci crediamo e ci illudiamo che possa succedere il miracolo, che non debba capitare proprio a noi o che capiti fra cent’anni, in un futuro ammantato di eternità (pag.54)
Non arrenderti. Rischieresti di farlo un’ora prima del miracolo (pag.233)
Le nostre riflessioni
L’autore del libro, Carmine Abate, è emigrato da giovane in Germania ed è originario di un paese Arberesh della Calabria, comunità italo-albanese, perciò stesso estremamente interessato a non perdere di vista le origini e la memoria, storica e sociale, di un popolo.
Il suo intento è quello di accendere un riflettore su una vicenda che ha segnato profondamente una zona della Calabria, quello della Piana di Gioia Tauro, ma che è anche emblematica di un tipo di politica miope e populista, che si può facilmente rintracciare ancora oggi in tante delle proposte politiche avanzate, che allettano con il ricatto del lavoro, senza badare allo sfacelo ambientale e sociale che producono, come il Vajont ieri e il ponte sullo stretto di Messina oggi.
Nel libro abbiamo ritrovato lo spirito del sud Italia, con l’accento sulla generosità e l’accoglienza della gente, la bellezza e la suggestione dei luoghi, ma anche la mediocrità della politica e lo sperpero dei soldi pubblici.
Il libro di Abate viene ritenuto all’unanimità gradevole e scorrevole, ma non gli si riconoscono pregi letterari, anche se qualcuno avanza l’ipotesi che il linguaggio, accessibile e semplice, sia funzionale alla narrazione stessa.
Gli elementi del libro che più saltano agli occhi sono stati individuati nella rappresentazione del coraggio delle donne e negli spaccati della vita nel paese di Eranova, in un clima di solidarietà, ospitalità e accettazione. Alcuni personaggi hanno una caratterizzazione un po’ bozzettistica, come quella del nonno, mentre la figura del protagonista appare più lineare e credibile. A detta di tutti, la storia d’amore che lega i due ragazzi toglie spazio alla denuncia sociale, che comunque risulta forte e ben circostanziata
Lo consigliamo a...
Ai ragazzi della scuola Superiore, a partire dalla classe prima.