Trama
Sullo sfondo dell’attentato in via dei Georgofili a Firenze, la notte del 27 maggio 1993, il giornalista di “nera” Tommaso Gioia indaga su un altro caso: sulle colline di Firenze una donna viene ritrovata morta insieme alla figlia nella sua auto. Il cronista, personaggio in caduta libera che si lascia andare ad una vita randagia e dedita esclusivamente al lavoro, ritroverà il coraggio di vivere grazie a questi due eventi che lo riguardano da vicino.
La citazione degna di nota
Il tempo non ha cambiato le cose, le ha rese meno recuperabili.
Le nostre riflessioni
Lo scrittore è stato molto bravo ad intrecciare due eventi molto distanti tra loro, la storia e il giallo e ci ha fatto ricordare con delle descrizioni molto potenti cosa ha rappresentato l’attentato in via dei Georgofili per Firenze e per tutta l’Italia, in un periodo molto cupo per la nostra Nazione. Il romanzo riesce a raccontare la strage, che rimane sempre sullo sfondo, riportandoci a quella notte, al dolore, alle macerie, alle opere d’arte distrutte, riuscendo poi a costruire un’altra storia che è quella principale del romanzo.
Il protagonista riesce anche a farci entrare nel mondo delle redazioni giornalistiche degli anni novanta, ci fa’ respirare l’atmosfera, la frenesia, le difficoltà, le invidie di un mondo ormai molto distante da quello attuale.
E poi Firenze, raccontata con delle bellissime immagini, tra dolore, arte e impegno dei cittadini che “ se ci sono macerie impugnano la vanga”.
Le uniche critiche sono state per alcune esagerazioni legate soprattutto alla figura del giornalista (Tommaso spesso non mangia o recupera buste scadute di insalata quasi andata a male!) e al fatto che dopo metà del racconto lo scrittore si sofferma troppo sulle disgrazie del protagonista.
Le parole chiave del libro
Giornalismo
giallo
strage
mafia
Firenze
arte
dolore