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Mille anni che sto qui

Mille anni che sto qui

Autore Mariolina Venezia

Casa editrice Einaudi

Pagine 254

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Pisa

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

La famiglia Falcone, nella sua genealogia rigorosamente femminile, attraversa con le
sue vicende nefaste gli anni che vanno dall’Unità fino alla caduta del muro di Berlino.

Una saga famigliare densa, fosca, che sembra scritta con il sangue ed il fango, fitta di
episodi spesso crudi e violenti, ma che offre uno spaccato della storia d’Italia e del
Mezzogiorno vista dall’inedita prospettiva di un piccolo centro rurale ubicato nella
remota provincia lucana.

I personaggi

In questa famiglia di donne, dalla matriarca Concetta, contadina stuprata dal suo
padrone, fino alla sua ultima erede, Gioia, che incarna a pieno lo spirito della
Contestazione, passando per la dolce ma caparbia nonna Candida e la sua
intelligentissima ma algida figlia Alba, spicca degna di nota la figura maschile di
Rocco, che richiama alla memoria il poeta lucano Rocco Scotellaro, sia per il nome che
per il suo ruolo di maestro e rappresentante sindacale dei braccianti in lotta per i
propri diritti.

La citazione degna di nota

Superstizione, superstizione, superstizione – Rocco gridava contro i decotti, le dicerie, le storie e gli innumerevoli esseri che abitavano lo spazio intermedio fra i vivi e i morti. Odiava il buio della cultura contadina. I topi appena nati che si facevano mangiare ai bambini che pisciavano il letto, i cuori strappati al petto delle rondini da ingoiare sette giorni di seguito per la fortuna. Certe volte odiava anche se stesso.
(p.138)

Non si capisce più niente – le tornava in mente la voce di Candida, che poi sfumava nel rumore del treno, mentre lei sentiva sgretolarsi il suo cuore come quel paesaggio dove l’occhio non si perdeva più se non per brevi tratti, urtava contro qualcosa e tornava indietro come un moscone impazzito sulle pareti di una stanza. Il nucleo rimasto intatto per secoli, o per millenni, si era frantumato nel giro di pochi anni, ma nessuno sembrava averci fatto caso. Lei che ci aveva scalciato contro, adesso si rammaricava della sua perdita e ne celebrava in silenzio un funerale senza lacrime (p.247)

Le nostre riflessioni

Il romanzo ha suscitato nelle partecipanti emozioni contrastanti: stupore e incanto da una parte, riconoscimento delle proprie origini da parte di altri, in altri fastidio e orrore.

L’intrico dei personaggi è un po’ complicato da seguire nonostante l’albero genealogico
posto all’incipit. Il linguaggio e lo stile sono ricchi e interessanti per qualcuno, contorti
e pomposi per qualcun altro, ma è comunque una storia che non lascia indifferenti.

Un romanzo crudo con due anime contrastanti: la prima parte cattura con
la sua potenza affabulatoria e crea grandi aspettative, che tuttavia rimangono
frustrate nella seconda parte dell’opera, ed il finale risulta deludente rispetto ad esse.

 

Lo consigliamo a...

A chi non conosce la storia della Basilicata.

Le parole chiave del libro

Donne

storia

folklore

emancipazione

pittoresco