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Il treno dei bambini

Il treno dei bambini

Autore Viola Ardone

Casa editrice Einaudi editore

Pagine 248

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Poggibonsi

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Amerigo Speranza ci racconta la sua storia, quella di un bambino del Sud che nel secondo dopoguerra, grazie al Partito Comunista, si trasferisce al Nord viaggiando su uno dei cosiddetti “treni della felicità”. Per alcuni anni immediatamente successivi alla fine della guerra, infatti, alcune decine di migliaia di bambini lasciarono le loro famiglie contadine al Sud per essere ospitati da altrettante famiglie contadine del modenese, del bolognese e del reggiano.

Seguiamo così Amerigo in questo viaggio per lui tanto grandioso, grazie al quale scoprirà altre usanze, altro cibo, altri dialetti e, soprattutto, una grandissima passione…

I personaggi

La madre di Amerigo è il personaggio che tra tutti ha più animato il nostro confronto. Alcune di noi l’hanno trovata una donna “adatta” pur nella sua incapacità di dimostrare amore nei confronti del figlio; per altre, il rapporto tra lei e il protagonista, che non si è mai ricucito del tutto, ha origine da un ambiente di grandi privazioni e porta con sé, fino alla fine, delle profonde ferite.

La citazione degna di nota

«Ho avuto molto, ma il prezzo l’ho pagato per intero, ho rinunciato a tanto»

«Era più facile una volta. C’era il partito, c’erano le compagne e compagni del partito. Oggi non ci sta più niente, chi vuol fare qualcosa di buono lo deve fare da solo, per conto proprio. Una volta ci stava la Sezione, che quartiere per quartiere organizzava le iniziative per i bambini e così li toglievamo dalla strada. Mo sono rimasti solo i preti a fare questo… che, non dico di no, male non fanno, anzi spesso fanno pure bene. Ma non è una cosa politica, non so se mi spiego, è carità. È differente.»

«Da un lato c’era mia madre e dall’altro tutto quello che desideravo: una famiglia, una casa, una cameretta solo per me, ma ho provato anche tanta vergogna. L’accoglienza, la solidarietà, come dici tu, ha anche il sapore amaro, per entrambi le parti, per quelli che la danno e per quelli che la ricevono. Per questo è così difficile. Io sognavo di essere come gli altri. Volevo che dimenticassero da dove ero venuto e per quale motivo. Ho avuto molto, ma il prezzo l’ho pagato per intero, ho rinunciato a tanto.»

Le nostre riflessioni

Amerigo si sente continuamente “a metà”, sembra che contemporaneamente gli manchi tutto e niente, diviso com’è tra due mondi, tra due dialetti, tra sapori, luoghi e giochi diversi.

Troviamo che questo sia un libro pieno di ferite, anche se, molte di noi, pensano che per Amerigo alla fine ci sia spazio per una ricomposizione interiore e per il raggiungimento di una pacifica quiete.

Confrontandoci, ci siamo divise molto sull’immagine del Partito Comunista che emerge dalla storia: per alcune troppo edulcorata e per altre molto realistica e rispondente a quel preciso periodo storico.

Abbiamo amato questo libro, che ci è sembrato molto più complesso di quello che appare.

Lo consigliamo a...

A lettrici e lettori adolescenti e giovani

Le parole chiave del libro

Accoglienza

dignità

infanzia

lotta interiore

solidarietà