Home Blog Letture in Circolo Il sentiero delle babbucce gialle
Il sentiero delle babbucce gialle

Il sentiero delle babbucce gialle

Autore Kader Abdolah

Casa editrice Iperborea

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Arezzo

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Breve Trama

Sultan Farahangi, famoso cineasta iraniano rifugiato nella campagna olandese, ci accompagna in un viaggio dentro ai propri ricordi, dall’infanzia all’età adulta, e ci guida sul sentiero della sua memoria, tra l’antica città di Arak, Teheran, e l’Europa.

Sultan fa parte di una nobile famiglia di commercianti di zafferano e cresce in un castello fiabesco, tra i jinn, che accompagnano e custodiscono il nonno, le lotte femministe della cugina Akram Jun, e l’amicizia del bandito Hushang Braccio Mozzo. Fino al momento in cui, l’importazione delle gomme da masticare nel suo paese, segnerà la sua esistenza…

La citazione degna di nota

Vieni con noi. Non importa chi vola in testa e chi vola in coda, formiamo tutti una cosa sola.

Un libro è sempre più intelligente del suo autore

Il jinn è dentro di te. Ogni essere umano ne ha uno, uno spirito che abita nel suo corpo. Tu desideri una cosa e lui trasforma il tuo desiderio in realtà. Tu cerchi una cosa e lui la trova per te. Devi avere fiducia nella vita.

Le nostre riflessioni

Abbiamo letto “Il sentiero delle babbucce gialle” tutte e tutti piuttosto velocemente, trovandolo insieme lieve e profondo. Ad alcune inizialmente è sembrato che l’autore liquidasse in maniera un po’ semplicistica sessant’anni di una storia tanto complessa come quella dell’Iran. Tuttavia, pagina dopo pagina, si è aperto un mondo. Sultan ci accompagna attraverso le sue peripezie, è un personaggio affamato di vita, che sa seguire la sua voce interiore, realizzando se stesso senza mai perdersi di vista.

Ci sono due simboli che ricorrono in tutto il romanzo: quello delle babbucce, che servono a percorrere percorsi pieni di ostacoli e quello di una lente, prima di un cannocchiale e poi di una telecamera, che filtra e ingrandisce la realtà.

Abbiamo amato moltissimo i personaggi femminili, tratteggiati in modo molto preciso e sfaccettato e abbiamo anche apprezzato l’incipit poetico del romanzo: una citazione dal “Verbo degli uccelli” del poeta mistico persiano Farid al-Din ‘Attar.

Lo consigliamo a...

A tutte e tutti, non solo a persone adulte ma anche alle ragazze e ai ragazzi dai 13/14 anni in sù.

Le parole chiave del libro

contaminazione

coraggio

crescita

fiducia in se stessi

forza interiore

migrazione