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Il pane perduto

Il pane perduto

Autore Edith Bruck

Casa editrice La nave di Teseo

Pagine 128

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Agliana

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Cresciuta in un piccolo paesino dell’Ungheria, in povertà, Edith Bruck si ritrova, poco più che ragazzina, nell’orrore dei campi di concentramento. Separata dalla famiglia, sopravvive al freddo, alla fame e ai soprusi grazie al sostegno della sorella Judit, deportata anche lei insieme alla piccola Edith.

Se da una parte la fine della guerra significa liberazione, dall’altra segna l’inizio di una nuova odissea. Da dove ricominciare? Il ricongiungimento con alcuni familiari non è come se lo aspettava, l’Ungheria non la sente più come casa: inizia così il suo girovagare alla ricerca di sé. Prima parte alla volta della Palestina, da dove fuggirà, per unirsi poi a un corpo di ballo che la porta in tournée in giro per l’Europa per approdare infine in Italia, nella splendente Roma degli anni Cinquanta. Qui metterà le radici e si sposerà con il poeta e regista Nelo Risi.

Il viaggio nei suoi ricordi termina con una riflessione su problematiche attuali, come i nuovi fascismi, razzismi, nazionalismi, che vedono riportare a galla tutti gli orrori del secolo prima e da lei vissuti.

La citazione degna di nota

Tra me e Judit scambiammo un dialogo muto come per dire che tra noi e chi non aveva vissuto le nostre esperienze s’era aperto un abisso, che noi eravamo diverse, di un’altra specie. Cosa stava succedendo? Il nostro avanzo di vita non era che un peso, mentre ci aspettavamo un mondo che ci attendesse, che si inginocchiasse. Ciò che ci turbava era reale o immaginario?

Da figlia adottiva dell’Italia, che mi ha dato molto di più del pane quotidiano, e non posso che essergliene grata, oggi sono molto turbata per il Paese e per l’Europa, dove soffia un vento inquinato da nuovi fascismi, razzismi, nazionalismi, antisemitismi, che io sento doppiamente; piante velenose che non sono mai state sradicate e buttano nuovi rami, foglie che il popolo imboccato mangia, ascoltando le voci grosse nel suo nome, affamato com’è di identità forte, urlata, e italianità pura, bianca; che tristezza, che pericolo.

Le nostre riflessioni

Il pane perduto è prima di tutto un libro importante per quello che rappresenta: una testimonianza diretta di uno dei maggiori scempi dell’umanità, la Shoah. Nel suo complesso il libro è piaciuto, anche se ci sono state delle perplessità riguardo allo stile asciutto e un po’ sbrigativo dell’autrice che sembra raccontare tutto di un fiato la sua vita che corre velocemente tra le pagine. Qualcuno ha giustamente osservato che la sua scrittura riflette un sentimento molto diffuso tra i superstiti della Shoah: ovvero capita spesso che chi ha vissuto tali orrori non abbia voglia di parlarne.

Edith Bruck sa che ricordare e tramandare ciò che ha passato è fondamentale, ma rimane comunque un atto molto doloroso. La sua testimonianza si rivela ancora più preziosa alla luce delle nuove ondate di odio e razzismo di cui oggi l’Italia è purtroppo protagonista. È stato invece unanime il giudizio verso la lettera finale a Dio: una potente preghiera a colui che tutto può ma che tuttavia ha abbandonato Edith e la sua famiglia nel momento di più grande bisogno. Perché se vede tutto, si chiede la scrittrice, non ha visto il loro grande travaglio? Lei, “infedele fedele” come si definisce, gli rivolge un’unica importante richiesta, l’unica che spera venga accolta: cioè quella di non perdere la sua memoria, il suo pane quotidiano, lo stesso pane che la madre gelosamente cercava di custodire quando la strappano dalla sua umile casa. Quel pane che è simbolo di famiglia, di calore, di unione, l’alimento fondamentale di ogni essere umano, senza il quale siamo perduti.

Lo consigliamo a...

A chi non vuole dimenticare e a chi deve ricordare.

Le parole chiave del libro

Dolore

esodo

cambiamento

speranza