
Trama
La protagonista, Redenta, nasce a Castrocaro il giorno dell’assassinio di Giacomo Matteotti, evento che segna l’inizio della dittatura fascista. La sua storia personale si intreccia con il dramma collettivo del Ventennio. Considerata portatrice di sventura dal suo paese, Redenta cresce in un ambiente ostile, aggravato dalla sua poliomielite, che le lascia una gamba malata. La sua vita è segnata da violenze e soprusi: il gerarca fascista Vetro la sceglie come sposa, imponendole un matrimonio crudele.
Nonostante le sofferenze, Redenta mantiene una speranza incrollabile verso gli esseri umani, soprattutto per Bruno, l’amico d’infanzia che le aveva promesso di sposarla ma che scompare misteriosamente. Il suo destino si intreccia con quello di Iris, una partigiana della banda del comandante Diaz, che custodisce segreti capaci di cambiare il corso degli eventi.
Il romanzo esplora la straordinaria tenacia dell’animo umano e la forza di opporsi alle implacabili prove imposte dalla Storia, trasformando la fragilità in forza. Nicoletta Verna dipinge un affresco storico che non si limita a raccontare il passato, ma lo rende vivo attraverso le emozioni e le scelte dei suoi personaggi.

La citazione degna di nota
Decidi di morirti come ti pare, – risposi, – ma non per mano sua.
Diaz detesta le occasioni mondane, i divertimenti. Sostiene che non bisogna prestare il fianco alle frivolezze, perché è la screpolatura in cui il fascismo s’infila per compiere le ingiustizie. Noi non dobbiamo distrarci nemmeno per un istante: è il nostro primo dovere.

Le nostre riflessioni
Quando la Storia incontra una scrittura brillante come quella di Nicoletta Verna, può nascerne soltanto un romanzo potente e coraggioso, coinvolgente dalla prima all’ultima pagina.
La narrazione si caratterizza non solo per la prosa evocativa, ma anche per la costruzione originale dell’intreccio: le vicende, raccontate dalle voci delle due protagoniste, Redenta e Iris, trovano il culmine in una scena, quella del ballo, narrata prima dal punto di vista di Redenta e poi da quello di Iris, che rappresenta un doppio punto di svolta nella storia.
Attraverso una scrittura limpida, senza sbavature, l’autrice offre al lettore la libertà di riflettere e giudicare senza condizionamenti. Le vicende offrono anche lo spunto per affrontare l’attualità politica senza artifici retorici e questo ha reso il nostro incontro una stimolante occasione di riflessione e dialogo. L’intero gruppo ha riconosciuto il valore di questa storia, tanto che la sua esclusione dal prestigioso Premio Strega ci ha sorpreso.
Il periodo storico prende vita attraverso una ricchezza di dettagli che abbracciano non solo gli ideali dell’epoca, ma anche gli oggetti quotidiani e le dinamiche del matrimonio: dal feticcio della testa di donna africana, al peggior sadismo fisico e psicologico, fino alla violenza domestica e l’odio verso le donne che richiamano la condizione femminile odierna e le forme di sottomissione attuali. Quello narrato è un mondo fondato e governato da uomini, plasmato da ideali di mascolinità e violenza, incarnati nei vari personaggi: da una parte il padre di Redenta, Primo, rancoroso e ignobile, dall’altra l’aguzzino sadico e crudele Vetro, entrambi invasati dalle ideologie fasciste e da una vana brama di potere. E poi c’è lei, Redenta, che sopravvive all’assenza della madre, ai danni della polio e al suo amore per Bruno ma anche al suo soprannome, la scarognata. Siamo state profondamente colpite dal modo in cui vive la sua condizione di inferiorità: non come una menomazione né con rancore verso gli altri, ma come un dono. Attraverso Iris, trova la forza di salvarsi e trovare la redenzione che il suo nome richiama.
Tutti, soprattutto ai giovaniQuella che può sembrare passività, è invece una forma di resistenza, perché così le è stato insegnato: resistere, senza chiedere perché. Dalla parte opposta c’è Iris, nata da una madre sola, che riconosce nell’istruzione il solo mezzo per emanciparsi e dare alla figlia la possibilità di fuggire dalla campagna profonda verso la grande città, affidandola soltanto alla sua intelligenza. Significativi anche gli altri personaggi: Bruno, innamorato di due donne, una in senso legittimo, l’altra in senso lato, in risposta alla violenza fascista; ma anche i marchesi, i Verità, la nonna Fafina e il dottore: tutti simboli di quella bontà umana che a tratti sembra scomparire tra le pagine.
Tra città e campagna, dittatura e democrazia, sottomissione o ribellione, il lettore si muove in questa storia ambientata in un’epoca di spaccature e vergogne profonde, che ci ricordano il passato ma purtroppo, anche il nostro presente.

Lo consigliamo a...
Tutti, soprattutto ai giovani.

Le parole chiave del libro
Violenza
sadismo
traditore
coraggio
amore
matrimonio combinato
istinto
miseria
ingiustizia
ribellione