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I giorni di vetro

I giorni di vetro

Autore Nicoletta Verna

Casa editrice Einaudi, 2024

Pagine 448

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Firenze Sud-Ovest

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Castrocaro, 10 giugno1924: da una famiglia contadina e da una madre che ha già perso dei figli nati morti, nasce finalmente Redenta. E’ il giorno del delitto Matteotti, lui muore ma Redenta vive. Con lei nasce e cresce purtroppo anche il Fascismo. Redenta non è una bambina sana, è fragile di salute e la polio la farà vivere da storpia. L’ambiente in cui vive è povero e violento, anche se umano a modo suo. E’ un ambiente contadino, dove tutto quello che il Fascismo esalta, il patriarcato e la violenza si esprime mescolandosi con la povertà, la fame e la superstizione,. Redenta è una bambina curiosa della vita e trova in Bruno un amico poi un amore che purtroppo la abbandonerà prima che possa svilupparsi.

Bruno, che le aveva promesso di sposarla nonostante la sua disabilità, scompare all’improvviso. Ma Bruno, oltre che partigiano è suo fratello ed è costretto a lasciarla. Redenta non smette di aspettarlo. Intanto viene promessa sposa a un gerarca, Vetro, e Redenta, sottomessa, si adatterà a quel ruolo. La ferocia e il sadismo di Vetro non scalfisce la forza di questa donna solo apparentemente fragile e la porterà ad incrociare il suo destino con un’altra donna, borghese e bella, Iris, che, divenuta l’amante di Vetro, viene ugualmente sottoposta ad sevizie e violenze.

Bruno intanto, da partigiano (nome di battaglia: Diaz) combatte sulle montagne. Anche la figura di Diaz si incrocia con quella di Iris, le due donne sono accomunate dall’ amore per Bruno/Diaz e dal supplizio di essere legate a Vetro. Ma la forza di Redenta, fisica, psicologica e umana avrà la meglio su tutto: la vita di Iris sarà riposta nelle sue mani.

Le nostre riflessioni

Un romanzo corale, bellissimo, così è stato definito dai lettori del circolo, che ne hanno discusso in modo appassionato, con grande emozione. Certo il romanzo non lascia indifferenti, in primis per le belle figure di giovani donne, Redenta ed Iris, una di ambiente povero e contadino, l’altra di estrazione borghese, bella e apparentemente fortunata.

Il loro destino atroce sarà però lo stesso. I giorni di Vetro è un racconto storico, dai risvolti complessi, abbracciando un ventennio di storia che contraddistingue la nascita stessa dell’Italia contemporanea, dal Ventennio alla Guerra di Etiopia, dalla Resistenza alla Liberazione. Le parole chiave di questo libro sono la Forza, la Violenza, l’Accanimento, la Crudeltà, ma anche la Speranza di uscire da situazioni dalle quali sembra incredibile poter uscire vivi. Nelle crisi c’è sempre chi tira fuori il meglio di sé e chi il peggio. La chiave di svolta del romanzo è il momento in cui Redenta salva Iris, la solidarietà nel comune tragico destino, il momento in cui viene fatta una scelta fondamentale e radicale.

Oltre ai personaggi di grande umanità o disumanità, i lettori hanno tutti sottolineato la grande maestria nel dipingere l’ambiente contadino povero degli anni ‘20 nelle campagne emiliane, dove la società patriarcale si esprime soprattutto nei confronti della condizione femminile . L’immagine dell’uomo maschio ne esce sconfitta. Così come la Resistenza, descritta senza retorica, mostra anche i suoi risvolti meno eroici e più violenti. Si parla di una storia che non ci piace, ma purtroppo come è stato detto, la crudezza fa parte della nostra storia italiana prima della rinascita del dopoguerra.

Un’ottima autrice e una scrittura magistrale, con il solo neo, forse, di indugiare un po’ troppo in particolari di crudeltà e sadismo. E’ piaciuta particolarmente la prima parte dove si racconta la storia “minore” e dove gli aspetti di orrore sono attenuati. E dove il “soprannaturale”, che tanta parte aveva nel mondo contadino, emerge con forza, rivelando gli aspetti arcaici di quelle società. La fine delude un poco, ma è piaciuta la capacità delle donne di compiere sempre azioni salvifiche, facendo rete, rivelando un ruolo sociale importante. Bello il dialetto, anche se la platea dei lettori si divide sempre fra chi lo apprezza per il colore che aggiunge alla narrazione e chi fa fatica a seguire il flusso della scrittura. Tutti d’accordo a definire questo libro un romanzo di alta letteratura.