Un tempo asportate con molta frequenza (era l’operazione tipica dei bambini, insieme alle adenoidi), oggi le tonsille vengono preservate ogni volta che è possibile.
Franco Trabalzini, responsabile dell’Otorinolaringoiatria del Meyer, spiega perché sono così importanti e quando invece è necessario rimuoverle.
Cosa sono le tonsille?
Le tonsille e le adenoidi fanno parte del complesso sistema di difese dell’organismo contro le infezioni. Potremmo definirle come i “gendarmi delle prime vie aeree”: sono preziosi sistemi d’allerta, e quando qualche patogeno si affaccia nel nostro corpo, “avvertono” l’organismo di mettere in moto la produzione di anticorpi per difendersi. Talvolta, però, possono essere dannose per la salute del bambino, tanto da dover essere rimosse con un intervento chirurgico.
In quali casi è necessario toglierle?
L’intervento di rimozione delle tonsille (tonsillectomia) è indicato quando un bambino soffre spesso di tonsillite purulenta acuta (quella che si manifesta, cioè, con mal di gola, febbre, placche bianche sulle tonsille). Il termine “spesso”, seguendo le attuali linee-guida, è quantificato indicativamente come 7 volte in un anno, oppure 5 volte ogni anno per 2 anni consecutivi, oppure 3 volte ogni anno per 3 anni consecutivi.
Ci sono altri campanelli d’allarme?
Talvolta le tonsille possono essere talmente grandi da creare un ostacolo nella respirazione: il bambino soprattutto di notte respira a bocca aperta, ha un sonno russante o va addirittura in apnea, situazione che può associarsi a una non ottimale ossigenazione del sangue. In questo caso è consigliabile effettuare una visita otorinolaringoiatrica pediatrica con fibroscopia delle prime vie aeree: in pochi secondi, con un sottilissimo tubicino collegato a una microtelecamera, possiamo valutare con precisione l’anatomia delle cavità nasali, le dimensioni delle adenoidi, delle tonsille e la forma e la mobilità delle corde vocali, senza provocare traumi al bambino.
Ulteriori esami da fare?
Un altro esame importante è la saturimetria, che viene eseguita a domicilio mediante un piccolo strumento (saturimetro) collegato a un computer e che, durante il sonno, misura il livello di ossigeno nel sangue. Si tratta di un esame oggettivo che permette di conoscere con precisione la qualità della respirazione del bambino e di poter avere una corretta indicazione sulla necessità di un intervento chirurgico. In quest’ultimo caso si procede alla “tonsillotomia riduttiva” che diminuendo il volume delle tonsille, senza rimuoverle completamente, permette di preservarne la funzione difensiva. Durante lo stesso intervento, può essere eseguita anche un’asportazione delle adenoidi (adenoidectomia), se all’esame fibroscopico risultano la causa determinante dell’ostruzione respiratoria.
L’intervento è complesso?
No, grazie ai progressi della medicina e a tecnologie sempre meno invasive, si tratta di un intervento relativamente semplice: in caso di tonsillectomia, il bambino lascia l’ospedale il mattino seguente l’intervento; se sottoposto invece a tonsillotomia riduttiva e/o adenoidectomia, torna a casa addirittura il giorno stesso.