Avete mai visto una fabbrica storica ancora in azione? Venite a Prato e ne vedrete delle belle. Macchinari in movimento in sale progettate da Nervi (Fabbricone), pezzi di stoffa di Chanel ancora appesi ai muri (Lucchesi), il ricordo di Francesco Nuti che gira alla Fabbrica Campolmi Madonna che silenzio c’è stasera, il Beste Hub (nella foto) diventato un luogo per la contaminazione culturale.
Prato è questo e molto altro. Chi non conosce il fascino dell’archeologia industriale non sa cosa perde: palazzi costruiti spesso in mattoni rossi, enormi finestre dalle forme più strane, pavimenti in legno o cotto antichissimi, macchinari storici sempre funzionanti, il profumo del lavoro e dell’ingegno.
In una delle città cardine dell’industria tessile europea si sono inventati Tipo, un turismo industriale che vuole aprire al mondo le sue meraviglie storiche. Non è l’unica, né la prima città al mondo, a proporre questo tipo di visite. Già Parigi, con il suo centro cinematografico Pathè restaurato da Renzo Piano, Berlino, celebre per le fabbriche dismesse e recuperate, o la Catalogna, con i suoi percorsi di visita alle industrie non più in attività, hanno sperimentato iniziative simili. Ma Prato sembra es- sere unica. La visita alle sue fabbriche permette di rivalutare la grande architettura industriale del passato ma ci immerge anche nella contemporaneità.
Turismo di successo
«Abbiamo iniziato un paio di anni fa a concepire questo tipo di turismo ed è stato subito un successo – racconta Filippo Guarini, direttore del Museo delTessuto di Prato e partner di Tipo(che sta per Turismo Industriale Prato) -. Tanto che la Regione intende aprire un tavolo per replicare l’esperienza pratese in altre zone della Toscana. Le fabbriche, specie quelle anti- che, per noi pratesi sono parte dello skyline urbano – continua – ma chi le scopre per la prima volta, soprattutto se sono ancora in attività, rimane folgorato». In quale altra parte del mondo si può vedere questo? «Qui l’archeologia è vita. Non ci siamo ispirati a nessuno, perché Prato è un unicum. Noi non raccontiamo il passato, viviamo il presente». Infatti ad oggi sono 2500 le imprese tessili in attività, e alcune di queste si aprono ai visitatori.
Non solo cenci
Con Tipo si può dunque tuffarsi in percorsi eterogenei che passano senza soluzione di continuità dal passato alla modernità. Con il motivo conduttore dei tessuti e dei “cenci”, gli stracci, che hanno fatto la fortuna della città e dei suoi abitanti, e che oggi costituiscono una nuova opportunità in chiave di economia circolare e adesso anche turistica.
Nelle visite, infatti, occupano un posto di rilievo il Museo del Tessuto e il Museo delle Macchine Tessili, per raccontare un modello imprenditoriale che, partendo dal SetteOttocento, attraversa il Novecento e arriva no ai giorni nostri. Si può scegliere fra i Tipo tour, trekking urbano lungo il filo dell’archeologia industriale, i Tipo kids, con laboratori pensati per i più giovani, o ancora gli itinerari di Tipo, percorsi nelle aree della trasformazione urbana e industriale. Fra i luoghi visitabili, anche il Polo Campolmi e Officina Giovani.
Senza dimenticare il resto dell’offerta turistico-culturale di Prato: dagli affreschi quattrocenteschi di Filippo Lippi alla contemporaneità del Centro Pecci, e poi percorsi di bike e trekking lungo la via Medicea, le eccellenze enogastronomiche, dai biscotti alla mortadella di Prato, dai vini all’olio delle colline.
Visite per i soci
Da fine settembre a dicembre sono in programma, nel fine settimana, visite realizzate con il contributo di Unicoop Firenze. Costo 15 euro, per i soci 12.
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