Segni di memoria tramite gli oggetti più umili
Il 23 febbraio si inaugura alla Galleria ME Vannucci di Pistoia “Mediterraneo”, la mostra dell’artista ligure Giuliano Tomaino.
Il tema non è l’immigrazione, come potrebbe sembrare di primo acchito, ma «la storia dell’uomo e dei suoi passaggi nel mare che bagna terre dove è nata la civiltà. Il Mediterraneo è sempre stato testimone di tragici eventi, adesso però è diventato rosso e sul suo fondale si aggirano troppi fantasmi», spiega Tomaino.
Il mare è una costante della vita e dell’opera di Giuliano; e come il mare può diventare un ponte fra i popoli, così la memoria lo è fra il passato e il futuro. Prosegue Tomaino: «Le persone che hai amato si affacciano dallo specchio: ogni tua espressione ne ricorda qualcuna. Anche i gesti che compi li hai già fatti».
Segni di memoria sono anche gli oggetti più umili, gli scarti: «Un pezzo di legno scolorito o una guaina catramosa diventano viaggi nel tempo. Un cavallo a dondolo può rappresentare la storia della tua vita».
Ma non c’è solo la memoria nell’arte di Tomaino, la sua arte è rivolta anche al futuro: «Penso al piacere di realizzare cose che non ho ancora visto. Fare arte è un modo di vivere, ma è anche un mistero: si cerca il diavolo e si trova il santo».
L’arte ha anche la funzione di unire passato e futuro: i disegni rupestri degli uomini delle caverne, «arte pura – secondo Giuliano -, avevano il compito non solo del ricordo, ma di rituali per una buona caccia o per guarire da una malattia. Anche adesso l’arte ha questo compito, e gli artisti sono gli sciamani della nostra epoca».
Sono qui, l’opera al Centro*Prato
Tomaino ha un legame particolare con Unicoop Firenze. Al Centro*Prato, infatti, ha realizzato Sono qui, un grande braccio rosso con una mano aperta che invita all’incontro.
La collaborazione con la cooperativa è nata dopo un viaggio a Gerusalemme organizzato da Unicoop Firenze.
Nella città santa «con un gruppo di ragazzi toscani, insieme a giovani palestinesi e israeliani, abbiamo dipinto un grande murales, con centinaia di case che formavano una città ideale – racconta l’artista -. A Beit-Hanin (Gerusalemme) abbiamo anche costruito Casa, senza porte né finestre, con pietra locale. Tutti insieme abbiamo posato pietra su pietra, una dopo l’altra, e Casa è diventata simbolo di rifugio, presenza e comunità».
Tomaino: un’artista di collaborazioni e materiali mai banali
Giuliano Tomaino è nato a La Spezia. Ha iniziato il suo percorso artistico alla fine degli anni Sessanta nella direzione dell’Arte povera, con assemblaggi di oggetti trovati. Usa materiali fra i più disparati: catrame, cera, legno, ferro e smalti industriali.
Dalle grotte di Lascaux e dai riti sciamanici nasce il Cimbello. Da Italo Calvino e i suoi surreali racconti, Italo, cavallo a dondolo. A San Pellegrino in Alpe “incontra” San Bianco e San Pellegrino: ecco le Case dei Santi.
Ama lavorare con altri artisti, e nel 2003 nasce la Factory, con la quale tuttora organizza incontri ed eventi. Ha realizzato mostre personali, in spazi pubblici e musei, in Italia e all’estero. È stato invitato alla “Biennale di Dakar” nel 2002, nel 2011 alla “Biennale di Venezia”, nel Padiglione Liguria, e nel 2015 all’Expo di Milano.