Il 28 e il 29 novembre Malika Ayane ha cantato in due luoghi “sacri” per i fiorentini, il Tenax delle notti scatenate e il Verdi con i suoi velluti.
Perché due concerti in luoghi così diversi?
La diversità è alla base di Domino, il mio ultimo album, dove ci sono le canzoni composte partendo da pianoforte e chitarra acustica e quelle nate a Berlino con strumenti elettronici e sintetizzatori. Così anche nel tour vestiamo i brani di due abiti completamente diversi, quello teatrale, per Firenze al Verdi, dove sono stata anche con Evita, e quello dei club, dove siamo più all’arrembaggio. Diversi anche i musicisti. Del resto il tema principale di Domino è proprio questo: i mille aspetti, le qualità e i difetti che contraddistinguono ognuno di noi.
È da poco passata la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che ha visto una grande mobilitazione da parte femminile. Che significato ha per lei questa ricorrenza?
Il 25 novembre è una data importante, ma l’attenzione al tema deve essere quotidiana, come purtroppo è quotidiano l’attacco alle donne. Alla base c’è un problema di educazione e di modelli, l’unica rivoluzione possibile secondo me si può fare dall’età della scuola ed è nelle classi che bisogna abituare i compagni a rispettare le compagne, e le stesse ragazze a uscire dai ruoli che una certa società ha già costruito per loro.
Però sono ottimista perché vedo che le nuove generazioni, con cui abbiamo lavorato lo scorso anno con la serata “Nonsolo25”, sono più consapevoli e più abili a conoscersi.
In Domino il pezzo Nodi parla di nodi emotivi, che si sciolgono aprendosi e condividendo. È un problema di comunicazione?
Si parla molto di incomunicabilità, ma non è solo un problema dei nostri tempi, anche se sicuramente in questo momento storico viviamo una fase molto confusa. Nel rapporto fra donne e uomini, l’emancipazione delle donne è ancora recente e assistiamo a una crisi degli uomini, che si trovano orfani della certezza del patriarcato e non sanno come collocarsi. In più siamo sempre più portati a fermarci in superficie, abbiamo difficoltà ad aprirci per paura di sentirci destabilizzati e di perdere quello che abbiamo. Ma è contro queste tendenze a procrastinare e immobilizzarci che è necessario battersi.
Anche grazie alla musica e alle canzoni?
La musica può essere uno strumento, come un buon romanzo o un bel film. Tutte opere che possono portarci a riflettere, incontrarci, sentirci meno soli e più portati a occuparci degli altri.