Le nuove mostre al Centro Pecci

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«Col Centro Pecci anche Prato diventa capitale dell’arte moderna europea». Il “Corriere della Sera” del 26 maggio 1988 titolava così l’articolo, a firma di Wanda Lattes, che annunciava l’inaugurazione del Pecci. «Non farà soltanto mostre – scriveva Lattes citando il primo direttore, Amnon Barzel – né formerà soltanto collezioni con gli acquisti suggeriti dalle mostre», ma ospiterà anche «laboratori e interventi didattici».

Una vocazione all’apertura al territorio e ad altre discipline che il neodirettore Stefano Collicelli Cagol – 44 anni, un lungo curriculum che lo ha visto fra l’altro ricoprire il ruolo di curatore della Fondazione La Quadriennale di Roma – vuole estendere e approfondire ulteriormente. «Il Centro Pecci è un centro e non un museo – dice -, la sua è una prospettiva volta al futuro con una vocazione interdisciplinare. Moda, cinema, musica, architettura, design, danza, teatro, letteratura e arti troveranno spazio all’interno del Centro intrecciandosi alle sue attività – come il cinema, l’arena esterna, la biblioteca, l’archivio, il bistrot, il ristorante, il bookshop, l’Urban Center e i due laboratori di didattica – per migliorare il benessere della comunità di Prato e del pubblico nazionale e internazionale che lo visiterà. Come una cassa armonica da cui si propagano onde sonore che attireranno nuove realtà al suo interno, così il Centro Pecci vuole essere uno snodo per la promozione e la circolazione dei linguaggi contemporanei in Toscana, intessendo importanti relazioni con le principali istituzioni culturali della regione, con cui stiamo già iniziando ad avere conversazioni fruttuose».

Toscana contemporanea

Sono oltre trecento gli artisti e più di mille le opere che fanno parte della collezione del Pecci: sculture, installazioni, ambienti, dipinti e opere video, realizzati dagli anni Cinquanta del Novecento a oggi, acquisiti per lo più in seguito a mostre; alle quali si aggiunge la recente acquisizione, grazie al progetto “Uguaglianza e differenza – la collezione del Centro Pecci e il Gender gap”, che ha vinto un avviso pubblico del Ministero della Cultura, di alcune opere di sei artiste italiane contemporanee: un primo passo per recuperare una mancanza di rappresentazione dell’identità femminile nella collezione. E mentre si lavora anche all’obiettivo di esporre una selezione di opere dalla collezione del Pecci in modo permanente, il Centro prosegue la consueta attività.

A giugno sarà infatti avviato un nuovo ciclo di esposizioni incentrate su raccolte e archivi d’arte e architettura contemporanea presenti in Toscana: l’obiettivo è condividere con il pubblico un patrimonio di opere, progetti originali e documenti rari, considerati come tesori da svelare e promuovere, fondamentali per conoscere e interpretare alcune delle ultime avanguardie artistiche del secondo Novecento.

Fra gli archivi esplorati quello della galleria Schema, co-fondata a Firenze dall’artista Alberto Moretti, che fu un originale spazio di ricerca delle neoavanguardie nazionali e internazionali. La mostra “Schema 50. Una galleria fra le neo-avanguardie (1972-1994)”, in programma dall’11 giugno al 9 ottobre, è curata dal responsabile di collezioni e archivi Stefano Pezzato e si rivolge non solo a studiosi e appassionati del settore, ma anche a un pubblico interessato a diversi linguaggi come il disegno, la fotografia, il video, la performance, l’installazione e alle intersezioni fra discipline artistiche. Lo stesso Pezzato è poi curatore de “L’arte e la città / Art and the city”, visitabile fino al 18 settembre: l’esposizione presenta una panoramica inesplorata dei rapporti fra arte contemporanea e ambiente urbano. Fra i tanti artisti presenti, Mauro Staccioli, Andy Warhol, Jan Fabre (con Ilya Kabakov).

Giardino delle meraviglie

C’è tempo invece fino al 24 luglio per “Il giardino dell’arte. Opere, collezioni”, prima mostra del neodirettore del Pecci. Il percorso, che si snoda nelle dieci sale dell’ala storica del Centro, propone opere realizzate da artiste e artisti italiani e internazionali di generazioni diverse, da Alberto Savinio, Osvaldo Licini, Alighiero Boetti e Alberto Burri, ad artiste contemporanee come Nan Goldin, Monica Bonvicini, Roni Horn e Marisa Merz. Il paragone tra museo e giardino evocato dal titolo – dove museo e giardino sono intesi non solo come luoghi dedicati alla cura e al benessere, ma anche come spazi della meraviglia in cui potersi immergere nella bellezza in tutte le sue forme – sottolinea il ruolo dell’arte come elemento essenziale per una comunità.

Per le mostre, sconti per i soci.

Info

centropecci.it

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