Giovedì 23 ottobre, al Teatro Politeama di Poggibonsi, va in scena uno degli spettacoli di punta tra i fuori abbonamento della rassegna Discipline(s). “Il fuoco era la cura”, in programma alle ore 21, liberamente ispirato a “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury, è firmato da Sotterraneo, gruppo teatrale che figura come Artista Associato al Piccolo Teatro di Milano, fa parte del progetto Fies Factory ed è residente presso Teatri di Pistoia.
Lo spettacolo viene proposto in collaborazione con Unicoop Firenze che, tramite la piattaforma Under 30, mette a disposizione 120 biglietti gratuiti per giovani dai 18 ai 29 anni.
Discipline(s) è un progetto multidisciplinare finanziato dal Ministero della Cultura con il contributo del Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo.
L’ideazione e la regia di Sara Bonaventura, Claudio Cirri con la riscrittura di Daniele Villa, hanno generato una drammaturgia densa e corposa, in cui la parola viene utilizzata in più declinazioni: dalla parola detta, veicolata dagli attori, alla parola scritta, proiettata sugli schermi; dai testi delle canzoni che accompagnano l’azione con vigore, ai titoli dei libri che collegano l’immaginario del pubblico all’immenso bagaglio letterario prodotto dell’umanità nel corso dei secoli.
“Non è necessario bruciare libri per distruggere una cultura. Basta convincere la gente a smettere di leggerli”.
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury descrive un futuro distopico in cui è vietato leggere, schermi costantemente accesi alienano il tempo libero delle persone e il tentativo di pensare causa malessere fisico. Ironicamente, il corpo dei pompieri non è più impiegato per spegnere gli incendi, bensì per bruciare i libri e se necessario i loro possessori.
Il libro è uscito circa 70 anni fa ma è ambientato nel futuro, cioè negli anni ’20 del XXI secolo – vale a dire oggi. Tu però ti trovi nel XXI secolo e stai leggendo questo testo, quindi Bradbury si è sbagliato? Dipende come intendiamo la distopia: una previsione sul futuro che a un certo punto viene confermata/smentita oppure un allarme sul presente che continua a rinnovarsi?
Il fuoco era la cura attraversa e rilegge liberamente Fahrenheit 451, lo consuma come si fa con un libro amato, letto mille volte e trascinato in mille luoghi, lo sporca, lo dimentica da qualche parte e poi lo ritrova, mentre la copertina sbiadisce, la carta si scolla e le pagine si riempiono di appunti, biglietti, segnalibri e ricordi. Cinque performer ripercorrono la storia del romanzo, si identificano coi personaggi, si muovono in senso orizzontale mappando i coni d’ombra, le cose che Bradbury non ci spiega o non ci racconta, creando linee narrative parallele, deviazioni teoriche, costruendo anche le cronache di un tempo intermedio fra il nostro presente e un futuro anticulturale in cui l’instupidimento ci salva dal fardello del pensiero complesso.
Se Bradbury si fosse sbagliato solo di qualche anno, se Fahrenheit 451 accadesse davvero, noi che cosa faremmo?
Info e biglietti: www.politeama.eu