Famiglie alla prova del Coronavirus

L'Ospedale pediatrico Meyer lancia un servizio di sostegno psicologico per genitori, bambini e adolescenti

Il Meyer lancia un servizio di sostegno psicologico con un numero di telefono e un indirizzo mail per mettersi in contatto con la squadra di psicologhe e psicoterapeute dell’Ospedale pediatrico fiorentino: “Ci potranno chiamare genitori, bambini e adolescenti. In questo momento, in cui l’attività ordinaria è rallentata, vogliamo essere una finestra sul mondo per chi resta a casa, per offrire un confronto con una persona esterna, per dare anche ai ragazzi altri riferimenti e la possibilità di interagire al di fuori della cerchia della famiglia, mai tanto stretta come in questo momento”, spiega Rosanna Martin, psicoterapeuta del Meyer.

Per chi è pensato il servizio?

Per tutti, i bambini dovranno essere introdotti dai genitori, ma poi potranno parlare direttamente con noi. Non c’è necessità di avere già intrapreso un percorso psicologico. Anzi per noi è anche un modo per raggiungere le famiglie anche in assenza di elementi patologici, in un momento in cui è tutto il Paese a vivere una condizione eccezionale.

Chi risponde al telefono e alle mail?

Siamo un gruppo di psicologhe e psicoterapeute, che lavora nell’ambito della Psicologia ospedaliera all’Ospedale pediatrico Meyer. Questa iniziativa nasce dal desiderio di sentirsi utili per le persone che al momento non possiamo incontrare fisicamente, di allungare una mano alle famiglie, in un modo alternativo.

Le famiglie vivono una situazione sconosciuta, con una riduzione della socialità e delle attività, resa necessaria dalle misure per il contrasto alla diffusione del Coronavirus. Quali sono i rischi a livello psicologico?

Il rischio maggiore è l’esacerbarsi delle problematiche già esistenti, penso agli adolescenti che vivono una fase di ribellione e che ora si trovano ingabbiati in regole quotidiane necessarie, ma strettissime, penso alle possibili reazione di rabbia o aggressività che possono sviluppare e al pericolo che si chiudano nella loro camera e in se stessi, senza riuscire a vivere questa emergenza integrati nell’ambito familiare.
tempo
Per i più piccoli, le tensioni possono svilupparsi sulle regole per i giochi, per l’alternanza fra il momento del tablet e quello dei compiti. In tutte le famiglie in questo momento è necessario, e allo stesso difficile, trovare una nuova organizzazione quotidiana del tempo, limitata all’ambito casalingo.

Per i genitori, cosa pesa di più?

I grandi in questo momento sono alle prese con la gestione della preoccupazione per la propria salute fisica, quella dei parenti, dei propri genitori. E tutto questo viene avvertito dai più piccoli, ad esempio nel caso di nonni prima onnipresenti e oggi percepiti lontani, in pericolo.

A questo si somma in alcune famiglie una preoccupazione economica che, anche questa, passa anche nel vissuto di bambini e ragazzi, come ulteriore elemento ansiogeno.

Infine, l’andamento della situazione sanitaria come la malattia in generale, è un elemento fuori dal nostro controllo, alimentato da informazioni che si susseguono e cambiano continuamente e diventa sicuramente causa di tensione.

In casi di famiglie con più figli, da un lato i bambini giocano insieme, dall’altro ci possono essere più occasioni di litigi e gelosie. Come gestirli?

Fra fratelli, è importante che i genitori riescano a proteggere lo spazio di ognuno. Se ci sono differenze di età, il più piccolo deve rispettare i giochi del più grande, i momenti in cui fa i compiti, ed il più grande deve, ad esempio, lasciargli guardare i cartoni animati alla televisione.

Compito, non facile, dei genitori è far sì che ognuno dei figli veda riconosciuta e rispettata la sua individualità, i suoi bisogni, i suoi tempi. É più difficile quando non ci sono valvole di sfogo all’esterno, quando siamo chiusi fra le mura di casa e i bambini non possono frequentare i coetanei, ma è essenziale.

Quando tutto tornerà alla normalità, ci saranno dei contraccolpi a livello della socializzazione?

Non credo, anzi forse i bambini apprezzeranno di più il compagno di classe che prima trovavano antipatico. Al di là dei divieti, vedo che anche attraverso giochi online o chiamate di gruppo, i ragazzi continuano a tenersi in contatto. Non è come giocare a pallone in cortile, ma è comunque utile per superare l’emergenza.

Come accedere al servizio?

Le psicologhe e psicoterapeute del servizio di psicologia ospedaliera pediatrica risponderanno alle richieste dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30, allo 0555662547. Chi preferisce il canale scritto può contattare il servizio scrivendo a supportopsicologico@meyer.it
Il servizio, dedicato rigorosamente al sostegno psicologico, non fornirà informazioni sanitarie di nessun tipo.

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