Piccole abitudini che riprendono, una nuova normalità che, piano piano, fa capolino e tanta voglia di andare oltre: oltre il lockdown, la crisi, la paura e l’emergenza. Molte e diverse sono le attese e le riflessioni su come affrontare la tanto attesa di ripartenza che, d’altra parte, fa anche paura e chiama ognuno alla responsabilità di ricominciare ma con le dovute cautele.
Abbiamo intervistato la dott.ssa Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana, per avere un quadro della situazione post emergenza e qualche consiglio su come affrontare il passaggio a questa nuova fase.
Quali le difficoltà post emergenza?
Rimanere chiusi in casa è stata una grande prova per la nostra popolazione: oggi, le conseguenze hanno a che fare con alterazioni del tono dell’umore, con paura, preoccupazione, diffidenza, difficoltà a uscire fuori, nel mondo. La nostra casa è stato un rifugio, è diventato un nido confortevole, così tanto che ora spiccare il volo fa più paura che restare nel nido. Quindi riprendere il contatto con la realtà sicuramente non è stato e non sarà semplice.
Quale la fotografia dal vostro osservatorio regionale?
Come Ordine degli psicologi della Toscana per i cittadini e gli operatori sanitari abbiamo attivato delle linee di supporto psicologico che hanno rilevato circa 800 chiamate: da questi contatti emergono una serie di difficoltà legate sicuramente allo stress, alla paura, all’ansia, all’alterazione del sonno, alle difficoltà relazionali in casa e nella gestione dei bambini rimasti a casa dalla scuola.
Chi ha risentito di più della situazione di emergenza?
Sicuramente gli anziani sono stati molto colpiti perché, più di altri, si sono confrontati in modo forte con la minaccia di una malattia così aggressiva verso di loro. D’altra parte, l’impatto è stato pesante anche per i bambini e gli adolescenti, che sono stati totalmente privati della loro rete di relazioni e hanno indubbiamente assorbito l’ansia dei genitori. Se parliamo di “mestieri”, diverse segnalazioni sono arrivate dal fronte insegnanti per i quali la lezioni a distanza erano una modalità davvero mai esplorata e, quindi, particolarmente difficile, sia in termini tecnici che di gestione delle relazioni con alunni e genitori.
Dopo la grande paura, quale il clima oggi?
Oggi, dopo questi mesi di lockdown e “lotta” corpo a corpo con il virus, la paura è proprio quella della ripartenza. L’abbiamo tanto attesa e sembra un paradosso, ma ripartire fa paura. Innanzitutto, il timore è pratico: ci si chiede come andare in giro per il mondo, oggi, facendo comunque i conti con il virus ma ricostruendo una vita di abitudini perse in questi mesi. La paura più grande, in questo momento, è proprio riavvicinarsi agli altri.
Come ripartire, quindi?
Il consiglio che diamo è di farlo gradualmente, tenendo sempre a mente il buon senso e la sicurezza, quindi stando alla dovuta distanza. Questo virus sta cominciando a cedere le armi noi dobbiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto finora: possiamo riprendere gradualmente la nostra vita quotidiana, dal parrucchiere alla pizza con gli amici, contando sul fatto che chi ha riaperto rispetta le disposizioni e ricordandoci, tutti, di rispettarle per primi. Imponendoci cautela e una disposizione d’animo serena, possiamo gradualmente riaprirci agli altri e ripartire.
Per i disagi post emergenza, a chi chiedere aiuto?
Invitiamo tutti coloro che si trovano in difficoltà, che hanno disturbi post-traumatici da stress a non aver paura a chiedere aiuto a uno psicologo. Noi ci auguriamo che tutti i cittadini che hanno fatto tutti questi sacrifici per fermare il virus, vengano anche ascoltati dalle amministrazioni affinché venga dato loro un giusto supporto psicologico.