«Mentre l’ictus nelle classi di età più anziane tende a ridursi, nei giovani va aumentando». Il professor Domenico Inzitari, già ordinario di Neurologia e direttore della Stroke-unit della Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi, è perentorio. Che le malattie cardio e cerebro-vascolari fossero la più frequente causa di disabilità o di morte nella popolazione generale era risaputo. Non a tutti è nota invece questa nuova realtà che riguarda l’incidenza di ictus fra le fasce più giovani della popolazione. «Sono dati conosciuti da tempo, sia a livello nazionale che internazionale ma, come per tutto quello che riguarda l’ictus, poco diffusi».
Cosa raccontano i numeri?
Che nel nostro Paese ogni anno circa 10.000 giovani sotto i 45 anni sono colpiti da ictus, spesso grave. È forse la malattia neurologica più frequente nei giovani, dopo il trauma cranico.
Perché l’ictus colpisce sempre più giovani?
Intanto l’esposizione precoce e non controllata ai fattori di rischio per le malattie vascolari in generale e per le cardiopatie, fra cui il fumo, l’obesità, la dislipidemia (alti valori di grassi nel sangue, ndr) e la precoce tendenza alla ipertensione arteriosa. Il tutto, dunque, collegato anche allo stile di vita inadeguato, oltre a fumo, abuso di alcolici e ridotta attività fisica. L’uso di tutti i tipi di droghe ha inoltre effetto diretto di danno delle arterie cerebrali. Esistono infine delle attività ginniche pesanti o sport estremi che possono favorire traumatismi delle arterie che dal collo vanno verso il cervello, la cosiddetta dissecazione arteriosa, con rischio di rottura della parete e restringimento del lume delle arterie stesse.
Quali sono i segnali che possono far presagire l’evento morboso?
Debolezza improvvisa di un braccio o di una gamba da un lato del corpo, difficoltà a parlare, mal di testa improvviso, molto violento, incapacità a mantenere l’equilibrio.
Nel caso ci si accorga di questi segnali, cosa dobbiamo fare?
Riconoscere immediatamente i sintomi dell’ictus, per arrivare rapidamente in ospedale e poter essere curati in maniera tempestiva e adeguata, è fondamentale. Procedendo in questo modo, i danni possono essere ridotti al minimo. Imprescindibile anche la riabilitazione nella fase acuta (ricovero in reparto), successivamente nella struttura riabilitativa e infine anche a casa, dopo le dimissioni, garantendo così continuità al trattamento.
Quali cambiamenti dello stile di vita possono aiutare a prevenire l’ictus?
Parlando prima dei fattori di esposizione, tutto quello che si deve fare è comprendere, fin dall’infanzia, l’importanza di una dieta equilibrata povera di zuccheri e di grassi, ricca di verdura e frutta (la classica dieta mediterranea). Astenersi da fumo e droghe di qualsiasi tipo, e non abusare’ di alcoolici. Fare attività fisica equilibrata, evitando gli sport estremi. Infine mantenere un peso corporeo idoneo e cominciare a controllare la pressione arteriosa fin da giovani (almeno dai 40 anni in su).
Dal 1997 esiste l’Associazione per la lotta all’ictus cerebrale, Alice onlus, non lucrativa, di pazienti, familiari, medici, personale sanitario e della riabilitazione, volontari sensibili al problema, di cui Inzitari è presidente della sede di Firenze.
Nata ad Aosta nel 1997, nell’arco di pochi anni si è diffusa in tutta Italia ed è presente a Firenze dal 2002. L’obiettivo di Alice è informare e sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione, attraverso il controllo dei fattori di rischio e la conoscenza sui progressi diagnostici e terapeutici della cura, perché l’ictus non è una malattia inevitabile e ineluttabile.