Torta mimosa e frittelle di San Giuseppe

Due dolci tipici del mese di marzo

Torta Mimosa

Storia e provenienza: nacque negli anni ‘50 a Rieti da un’idea del cuoco Adelmo Renzi che nel 1962 partecipò a un concorso di pasticceria tenutosi a Sanremo. Questa torta (la cui ricetta originale sembra essere ancora segreta), nata per rendere omaggio alla città dei fiori, fu poi associata alla Festa della Donna, il cui simbolo è il fiore della mimosa, profumato segno di primavera e di speranza.

Caratteristiche: la decorazione fatta con il Pan di Spagna sbriciolato sulla torta per creare l’effetto “mimosa” che dà il nome al dolce.

In cucina: si preparano due Pan di Spagna: il primo si taglia a strati, si impregna con una bagna a base di Marsala o maraschino e si farcisce con crema pasticcera arricchita da panna montata; il secondo va sbriciolato sopra. C’è chi farcisce il primo strato con confettura o frutta fresca o sciroppata.

Un consiglio: è bene ricordare di non sostituire con i fiori della mimosa (non commestibili) le briciole di Pan di Spagna, che vanno leggermente pressate sull’ultimo strato di crema.

Curiosità: nell’agosto dell’anno scorso il presidente Sergio Mattarella ha insignito Adelmo Renzi del titolo di Commendatore della Repubblica: giusto premio per un ambasciatore del gusto italiano.

Frittelle di San Giuseppe

Storia e provenienza: stando ai “si dice”, si gustavano già nell’antica Roma, se non da prima. Con un gran salto cronologico, giungiamo nella Venezia medievale dove le frittelle furono proclamate dolce nazionale e la loro ricetta, scritta nel XIV secolo, sarebbe il più antico documento della cucina veneziana. Le preparavano i maestri fritoleri, riuniti in una vera e propria corporazione sopravvissuta sino a fine ‘800.

Caratteristiche: più o meno piccole, gonfie, ma senza ripieno, dorate e spolverate di zucchero. Come le ciliegie, una tira l’altra.

In cucina: raffreddato il riso cotto nel latte con zucchero e scorza di limoni grattugiata, amalgamiamolo con burro, tuorli, rum, poi incorporiamo le chiare montate a neve. Fatte le palline, le friggiamo in abbondante olio bollente fino a doratura. Spolveriamo di zucchero e mangiamo. Siamo in paradiso?

Un consiglio: si accompagnano con un vino dolce: zibibbo, moscato, passito, vin santo. Anche con le bollicine, ma dolci. Mai con lo Champagne: non faremmo una bella figura.

Curiosità: mille le varianti, con l’uvetta, la scorza di arancia, la vaniglia, con il lievito e la farina, sostituendo il riso con il semolino. La goduria sarà la stessa: provare per credere.

Nei Coop.fi

Disponibili, da Carnevale a fine marzo, frittelle, e la Torta Mimosa, fatta tutto l’anno artigianalmente nelle pasticcerie interne, come la nuova Tart Torta, due dischi di pasta frolla con crema e, sopra, frutta fresca e mini-macarons, buona per qualsiasi festa.

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