Mentuccia o nepitella?

Segreti e curiosità sulla pianta dai mille aromi e usi in cucina. Da non confondere con la menta

Chi mentuccia, chi nepitella, chiamatela come volete ma non confondetela con la menta di cui è parente ma non gemella. Se confrontata con la cugina menta, la nepitella si riconosce per l’aroma più il colore delle foglie, più chiare e piccoline, i fiori violetti e il gambo ricoperto da una leggera peluria, a differenza di quello scuro della menta. E se dopo l’identikit, non ne sapete ancora abbastanza, fatevi incuriosire dal suo aroma, dalla sua storia e da qualche sfiziosa idea per usarla in cucina.

Le origini mediterranee

Cominciamo dall’abc: la mentuccia è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Lamiaceae e del genere Clinopodium. Quanto al nome nepitella, ne esistono diverse spiegazioni: secondo alcuni, il nome nepitella deriva da Nepete, l’antico nome di Nepi dove era particolarmente diffusa, mentre secondo altri il nome rimanda al termine nepa, serpente in latino, perché si credeva fosse un antidoto contro il morso velenoso. Originaria dell’Europa mediterranea, è diffusa in quasi tutta Italia e in alcune aree dell’Asia centrale e del Nordafrica. Fiorisce da giugno a ottobre e, in Italia, cresce spontanea in zone montane fino a circa 1500 metri, boschi o in prati aperti. Nel suo pieno sviluppo, forma cespugli alti circa 50 centimetri e, per gli amanti degli aromi freschi in cucina, si può coltivare bene anche in vaso.

Proprietà e caratteristiche

Mille le proprietà della mentuccia che è un toccasana per l’apparato digestivo e quello respiratorio. Digestiva, energizzante e vivacemente balsamica, è utilizzata come rinfrescante del cavo orale, in dentifrici e colluttori. Aromatica e gustosa, è ottima e efficace anche per preparare infusi casalinghi benefici per stomaco, fegato, intestino. Dalla profumeria, alla liquoreria e farmacia, è entrata in cucina fin dai tempi antichi, come ingrediente versatile impiegato già in numerose ricette del De Re Coquinaria di Apicio

Aggiunta ai piatti, fresca o essiccata, aggiunge note balsamiche e un gusto deciso ma più delicato di quello della menta. Va a nozze con carni, pesci e verdure: fra le tante, i carciofi nella classica versione “alla romana”, mentre in Toscana è tipico l’abbinamento con i funghi. Tra gli abbinamenti più frequentati e gustosi, quello con i pomodori, con la ricotte nel ripieno dei ravioli o in versione frittata estiva, sola o insieme ad altre erbe. E se volete brindare, aggiungetela qua e là, tra un aperitivo analcolico e una granita rinfrescante o un gustoso digestivo di fine pasto.

Come coltivarla sul balcone

È una pianta coltivabile in vaso, in posizione sia soleggiata che a mezz’ombra. In primavera si può procedere alla semina, che è meglio avvenga direttamente in terra, in quanto se le piante vengono trasportate l’aroma che fuoriesce da eventuali radici spezzate attrae i gatti che devastano le piantine. In primavera si può procedere alla divisione dei cespi. Una volta avvenuta la ripresa vegetativa è il momento di staccare eventuali talee. Le foglie e i fiori vanno raccolti durante il periodo della fioritura. Per conservarla, si può essiccare dopo averla legata a mazzi ed appesa in luogo fresco ed asciutto.  

Curiosità

Anche detta: Nepitella, nepetella, nepeta, mentuccia, mentastro, nebbeda, calaminta, erba gattaia.
Nei dialetti: Gli isolani dell’arcipelago delle Lipari la chiamano “neputedda”.
Modi di dire e proverbi: “La panzanella non è bella se non c’è la Nepitella.” (detto popolare elbano).

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