Il talismano della felicità è uno dei libri di cucina più celebri ed ha sicuramente influenzato generazioni di cuochi e amanti della cucina, segnando un’epoca nella gastronomia italiana. Ada Boni fu una figura rivoluzionaria per la cucina del Belpaese: grazie al suo approccio pratico e dettagliato con le ricette, riuscì a educare generazioni di italiani all’arte dei fornelli.
Nata in una famiglia della borghesia romana, fu lo zio, Alfredo Giaquinto, ad appassionarla alla pratica e alla scrittura del cibo, essendo lui stesso cuoco e fondatore di una rivista, “Il Messaggero della cucina”.
Ada si sposò nemmeno ventenne con Enrico Boni, orafo e appassionato buongustaio, amico dei principali cuochi della sua epoca e, nel 1915, fondò la “Preziosa”, una rivista di cucina dedicata alle donne dell’alta borghesia, quando la gestione della casa era unicamente a loro carico.
Nel 1925 la Boni raccolse tutte le sue esperienze accumulate nel corso degli anni nel libroin Il talismano della felicità, un libro che non era solo un ricettario, ma una vera e propria guida alla gestione della cucina e della casa, un volume che comprende oltre mille ricette, spaziando dalla cucina tradizionale italiana ai piatti internazionali, con particolare attenzione a quelli romani.
Il libro è diviso in sezioni tematiche che guidano il lettore, dalla scelta degli ingredienti alla preparazione dei piatti, includendo anche consigli su come apparecchiare la tavola e organizzare i pasti.
Ricette di ieri e di oggi
Fra le ricette più celebri presenti nel libro, ci sono i primi piatti della tradizione romana, le grandi ricette della cucina italiana, come il risotto alla milanese e le lasagne, e i dolci classici, come la zuppa inglese.
La cosa interessante è che la stampa del volume avvenne grazie a un sistema che oggi definiremmo di crowdfunding: si lanciò l’idea della ricerca dei soldi necessari e si prenotarono in mille persone per avere una copia, quando ne sarebbero state sufficienti cinquecento. A differenza di altri libri di cucina dell’epoca, Il talismano si distingueva per il linguaggio chiaro e accessibile, adatto anche a chi si avvicinava alla cucina per la prima volta. Il libro divenne rapidamente un best seller e, nel tempo, fu aggiornato e ristampato più volte.
Il perché di un titolo
In tanti si sono chiesti da cosa derivasse il titolo: è legato alla convinzione dell’autrice che la felicità di una famiglia nascesse intorno alla tavola. Per questo il libro è di lettura molto gradevole, poiché dispensa numerosi consigli, prima ancora di indicare ingredienti e modalità di preparazione. Questi suggerimenti si trovano un po’ in tutto il testo, ma in particolare nella premessa di ogni capitolo.
Venne spesso paragonato a un altro grande classico della cucina italiana: La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, ed è interessante notare come, nella prefazione della prima edizione, il marito di Ada, Enrico, definiva Pellegrino Artusi incompetente e poco pratico: tale posizione così controcorrente fu ripresa anche nel testo di alcune ricette. L’accusa era quella di non essere capace di cucinare e bravo solo a raccontare sciocchezze.
Dopo il successo de Il tTalismano, Ada Boni continuò la sua opera di divulgazione culinaria e scrisse altri libri, tra cui, nel 1929, La cucina romana, che contribuì a far conoscere la gastronomia tradizionale della capitale. Ada si ritirò dalla scena pubblica negli anni ‘50, e morì nel 1973. Due anni dopo, nel 1975, uscì La cucina regionale iItaliana che raccoglieva le ricette da lei ricordate nella rubrica che teneva sulla rivista “Arianna”.