L’orsetto giocattolo nella foto è stato maltrattato, ma a fin di bene. È stato messo in trazione, simulando la forza di un bambino, per vedere se si sarebbero staccati piccoli pezzi, come il naso o gli occhi, e per verificare la resistenza delle cuciture. Una serie di test fisici e chimici per valutarne la sicurezza prima di finire nelle mani dei più piccoli. Ma non ha superato la prova ed è stato quindi sequestrato, con le altre migliaia di orsetti uguali a lui, arrivati a settembre in un container proveniente dalla Cina.
Controlli a tappe
Quando un carico di giocattoli sbarca a Livorno – o atterra negli aeroporti toscani -, l’Agenzia delle Dogane attiva la procedura: il primo passaggio è il controllo documentale per il quale ci si avvale di un sistema di intelligenza artificiale che incrocia migliaia di dati e offre agli addetti indicazioni per decidere se procedere o meno con i controlli successivi. Se la documentazione prodotta risulta carente o incongruente, si procede con l’ispezione fisica del carico. «L’obiettivo dei controlli in dogana è tutelare la sicurezza dei cittadini senza penalizzare i traffici leciti.
Il grado di rischio di ogni singola operazione è pertanto valutato alla stregua di diversi fattori che consentono interventi mirati e che attengono sia alla merce che all’affidabilità dell’importatore» spiega Michele Erminione, responsabile dell’Ufficio Antifrode. Questa procedura vale per i giocattoli e per qualsiasi altro tipo di merce che transita nei porti e negli aeroporti della Toscana. Vengono quindi aperti gli imballaggi e si procede alla valutazione a occhio nudo della merce.
Si controlla l’etichettatura, se ci sono le informazioni obbligatorie, come il marchio di conformità per l’Unione Europea Ce, oppure le indicazioni della fascia di età per la quale il gioco è adatto e sicuro – se da 0 a 36 mesi, o oltre – o ancora le avvertenze per la manutenzione e il lavaggio.
La tappa successiva è in laboratorio. «Il nostro di Livorno è, insieme a quello di Napoli, l’unico dell’Agenzia delle Dogane specializzato per l’analisi dei giocattoli» aggiunge la responsabile, Carmela Polizzi. Le analisi si svolgono nel corso dell’anno, ma il periodo più caldo è quello che va da agosto a ottobre, quando l’importazione aumenta in vista del Natale.
Giochi sotto stress
Nella “stanza delle torture” dei giocattoli, orsetti, macchinine, bamboline, camioncini e pistoline vengono messi sotto stress in mille modi: tirati, sbattuti, compressi, sono sottoposti a tutte quelle azioni che potrebbero compiere i loro futuri “proprietari”, proprio per valutarne la resistenza. Se si frantumano in pezzi più piccoli potenzialmente ingeribili, se le cuciture di un peluche si aprono e fanno fuoriuscire l’imbottitura, se il giocattolo si rompe formando dei bordi taglienti, se la plastica dell’involucro può soffocare il bambino, l’esame non è superato e viene sequestrato tutto il lotto, come nel caso dei 4000 orsetti cinesi dell’inizio dell’articolo, che peraltro hanno rivelato anche una presenza di ftalati superiore al limite consentito dalla legge.
«Fra le analisi che svolgiamo ci sono quelle chimiche per verificare la presenza di elementi tossici, come gli ftalati, che hanno effetti dannosi sul sistema endocrino e sull’apparato riproduttivo. Inoltre, controlliamo anche la cessione dei metalli presenti nei coloranti utilizzati in quanto possono provocare danni neurologici al bambino» precisa Polizzi. Ben oltre il 30% dei giocattoli esaminati non ha superato il test.
«Ogni anno l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli effettua più di 10mila controlli – spiega Davide Bellosi, Direttore territoriale per la Toscana e l’Umbria – che, grazie ad accurate ispezioni fisiche e approfondite analisi di laboratorio, garantiscono appieno le esigenze di sicurezza dei nostri bambini. Occorre tuttavia tener presente che una parte dei giocattoli che arrivano sul territorio italiano vengono sdoganati in altri Paesi europei. Inoltre, l’esplosione del commercio on line ha reso molto più frazionate le spedizioni provenienti dai Paesi extraeuropei. Tutto ciò rende l’attività di controllo sempre più complessa, con la necessità di introdurre tecniche investigative nuove basate sull’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale. Riteniamo pertanto più sicuro acquistare mediante i canali tradizionali e, in qualità di genitori e nonni, effettuare sempre una supervisione del giocattolo, prima di consegnarlo nelle mani di figli e nipoti».