Fresco: naturale o condizionato?

Alcuni suggerimenti di piante da interno che oltre a migliorare la qualità dell'aria, assorbono il calore. E alcuni consigli su come scegliere e utilizzare il condizionatore, con minor danno per l'ambiente

Pubblico o privato che sia, il verde rappresenta una preziosa riserva di ossigeno e di fresco anche nei centri urbani cementificati, in cui si formano isole di calore con temperature sensibilmente superiori (fino a 10°C) a quelle delle aree periferiche e rurali. Parchi e fontane garantiscono microclimi più sopportabili, così come aiuta coltivare piante in giardino o in vaso, privilegiando quelle a foglia larga.

Ci sono anche studi della Nasa sulla traspirazione delle piante, un fenomeno che aiuta a combattere il caldo facendo abbassare il termometro di qualche grado. Questo perché l’acqua, passando dalle radici alle foglie, si trasforma dallo stato liquido a quello di vapore. Per fare questo c’è bisogno di energia, che la pianta ricava prendendo il calore dall’ambiente, con conseguente raffreddamento dell’atmosfera intorno a essa. Un sistema che ricorda quello della sudorazione umana. La traspirazione avviene attraverso gli stomi, piccole aperture presenti in gran numero principalmente sulla superficie inferiore delle foglie.

Piante che rinfrescano

Quando l’ambiente di casa si riscalda troppo, alcune tipologie di vegetali a foglia larga o con molte foglie assorbono, dunque, più calore (cioè energia) migliorando la qualità dell’aria. Ficus benjamin, Felce, Sansevieria (Lingua della suocera), Aloe vera, Palma di bambù, Dracena (Tronchetto della felicità) sono tutte piante d’appartamento dall’effetto rinfrescante. Al pari di Pianta ragno, Giglio della pace, Ficus elastica, Pothos, Aglaonema e Areca, sono da considerarsi nostre alleate da tenere anche su terrazzi e balconi (ma al riparo dalla luce diretta del sole). Più grandi e numerose sono le loro foglie, maggiore sarà la potenza refrigerante di questi frigoriferi naturali a costo zero.

E se optate per il condizionatore…

Se il caldo va giù duro, però, servono le maniere forti, cioè i condizionatori. Due italiani su tre non ci pensano proprio a tenerli spenti. Alla domanda provocatoria di Mario Draghi: «Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?», rispondono. Secondo un questionario Unipol-Ipsos sui comportamenti virtuosi per l’ambiente, solo il 31% è disposto a mettere da parte questi apparecchi, mentre per tutti gli altri è una scelta impraticabile a fronte dell’aumento delle giornate torride. Anche per coloro – e sono il 93% del campione – che si dichiarano sensibili ai temi ambientali.

Se il caldo aiuta la corsa al condizionatore, proviamo a ridurre i danni (per l’ambiente e il portafogli). Scegliendo un climatizzatore avremo anche la funzione supplementare di riscaldare d’inverno grazie alla pompa di calore che entra in funzione sfruttando la tecnologia inverter.

Previsti anche bonus e detrazioni fiscali: infatti è stato rinnovato anche per il 2022 il bonus condizionatori, che consente una detrazione fiscale che va dal 50 al 65% a seconda che si ricorra a Bonus ristrutturazione, Bonus Mobili, Ecobonus o Superbonus 110%.

Si può abbinare a un’altra agevolazione prettamente estiva, quella per le tende da sole (detrazione del 50% delle spese per l’acquisto e messa in posa di schermature solari o chiusure tecniche mobili oscuranti).

Una volta attivato l’apparecchio, mobile o fisso che sia, la temperatura ideale è sui 25-26°C. Da sfruttare anche la funzione di deumidificazione, che abbassa il calore percepito e per molti ha un effetto più naturale.

Consigli prima dell’acquisto: occhio all’energia

Prima di acquistare un condizionatore, è opportuno valutare la potenza di cui si ha realmente bisogno. Il dato è espresso in Btue, come regola generale, un condizionatore d’aria per una stanza di 30 metri quadri dovrà essere di almeno 8000 Btu.

La classe di efficienza energetica di questi elettrodomestici è ancora misurata con la scala di vecchia generazione: dalla G (la meno efficiente) alla A+++ (quella che garantisce i migliori risultati con minor consumo elettrico).

Da considerare anche all’Eer, l’indice di efficienza energetica: più è alto, più bassi sono i costi operativi e quindi il dispendio di energia.

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