Nella Cina di cinquemila anni fa lo stato sociale si indicava anche con il colore delle unghie: rosa per donne di classe media, oro e argento per le nobili. Nell’antico Egitto era in voga il rosso anche molto scuro, mentre nelle popolazioni inca alla tinta unita si preferivano disegni di uccelli. Negli anni ‘50 del XX secolo, il rosso fuoco era il preferito delle dive, ma si passa ai colori pastello negli anni ‘70. Le formulazioni sono cambiate molto dall’inizio del ‘900, spesso sfruttando le proprietà di materiali nati in campo odontotecnico: si iniziano a usare molecole sintetiche sempre più performanti e ci si avvicina alla composizione attuale.
Fatto in casa
Le unghie, come i capelli e la parte superficiale della pelle, non sono fatte di cellule vive. Tutti gli smalti, e non solo quelli definiti indurenti o rinforzanti, rendono le unghie più robuste e impediscono lo sfaldamento, ma non curano la causa della fragilità, semplicemente formano un film aderente, resistente ed elastico. Casomai, se si vuole usare uno smalto con un colore molto vivace, un buon consiglio è quello di fare una base con smalto trasparente, il colore penetrerà meno e sarà poi più facile eliminarlo.
Diverso è lo smalto semipermanente, talvolta indicato come smalto gel, che sempre più spesso si applica anche in casa. Non si asciuga all’aria, ma ha bisogno della luce di una lampada a ultravioletti o Led. Dura fino a due settimane dall’applicazione, un tempo decisamente maggiore rispetto al tipo classico, e il risultato è veramente d’impatto. Per rimuoverlo non è sufficiente l’uso dell’acetone, ma l’unghia deve essere limata, anche se non profondamente, con conseguente produzione di polveri che possono essere inalate. La questione dell’esposizione a lampade Uv e alle polveri di smalto è molto dibattuta e forse, se non siamo degli esperti, è meglio avvalersi di un centro estetico attrezzato di aspiratori.
Ricostruzione e allungamento delle unghie
La pratica della ricostruzione e allungamento delle unghie è quasi esclusiva attività di professionisti del settore e, per chi decide il “fai da te”, è bene sapere che i kit in vendita non sono proprio uguali a quelli utilizzati dagli estetisti: i prodotti potrebbero risultare meno efficaci, ma sono predisposti per garantire la sicurezza da sostanze pericolose anche al di fuori di un centro specializzato.
Due sono i metodi praticati: ricostruzione in gel o con acrilico; entrambi i metodi hanno come componente di base dei polimeri ottenuti da derivati petroliferi. Il gel è il più recente, direttamente pronto per l’uso, molto pratico, ormai è quello preferito da quasi tutti gli onicotecnici.
Per l’asciugatura è previsto il passaggio sotto lampada Uv (ripetuta per ogni strato steso sull’unghia). Per la ricostruzione con acrilico (pratica nata negli Stati Uniti negli anni ‘30), la pasta da applicare sull’unghia viene preparata mescolando una polvere e un liquido (di odore sgradevole) che, reagendo, formano i polimeri acrilici finali. L’asciugatura si fa all’aria in dieci minuti. In entrambi i casi si parte da una buona limatura dell’unghia per favorire la perfetta adesione del prodotto. Si tratta dunque di passaggi delicati in cui si usano molecole potenzialmente tossiche, che formano parecchie polveri. I prezzi sono leggermente più alti per il gel.
Qualità e salute
Uno smalto di qualità, qualunque tipo decidiamo di applicare, non deve dare problemi di fragilità o alterazione del colore naturale delle unghie, ma soprattutto non deve contenere sostanze potenzialmente pericolose per la salute o per l’ambiente.
Molte aziende propongono smalti chiamati “3-free” “4-free” “5-free”, cioè preparazioni colorate o ristrutturanti più sicure perché prive di 3 o 4 o 5 dei seguenti composti: ftalati, canfora, toluene, resina di formaldeide e formaldeide, che sono molecole ben note per la loro tossicità.