Cinque domande sulla nespola

Dalla polpa più succosa e acidula della sorella albicocca, è simbolo di pazienza e prudenza. Ricca di acqua e con un moderato apporto calorico, la nespola è un’eccezionale fonte di vitamine A, B, C e di sali minerali

Cos’è?

È quel frutto che assomiglia all’albicocca: in comune ha il colore giallo arancio, la forma sferica e il fatto di essere una drupa, ovvero un frutto carnoso con semi ossei. Di forma ovale di circa tre centimetri, ha una polpa più succosa e acidula della sorella albicocca, per un terzo non commestibile per via di una spessa buccia e del nocciolo: assolutamente vietato ingerirlo per le sostanze tossiche che contiene ma, in varie parti d’Italia, la tradizione contadina ha saputo valorizzarlo per preparare il famoso nespolino, un liquore digestivo dal gusto simile all’amaretto. 

Da dove viene?

Esistono due differenti varietà di questi frutti, appartenenti alla famiglia delle Rosaceae: il nespolo giapponese, quello estivo, più comune in commercio e importato in Europa a partire dal Settecento, e il nespolo europeo, che si raccoglie a ottobre. Noto fin dall’antichità, quest’ultimo era considerato benaugurante: per i Romani, i frutti erano simbolo di prudenza, saggezza e pazienza, spesso associati alle virtù femminili, mentre l’albero era considerato uno scaccia guai. Poco efficace, per la verità, nel caso della sventurata famiglia de I Malavoglia che viveva proprio nella casa del nespolo. 

Come consumarla?

Noto anche come frutto della pazienza perché, per assaporare tutto il gusto della polpa morbida e dolce, una volta colto occorre attendere che maturi completamente e diventi scuro, quasi marrone e con la buccia un po’ raggrinzita, maturazione che un tempo avveniva in granai e cantine, su un letto di paglia. Ideale come spuntino spezzafame o per arricchire lo yogurt a colazione, se ben maturo si presta anche a frullati, gelatine e marmellate per la crostata. Per un pasto unico, ricco di colore e vitamine, potete consumarla in insalata, abbinata a gamberetti, yogurt greco e una manciata di frutta secca. 

Perché fa bene? 

Ricca di acqua e con un moderato apporto calorico (30 calorie ogni 100 grammi), la nespola è un’eccezionale fonte di vitamine A, B, C e di sali minerali, in particolare calcio, ferro, fosforo e potassio. Consigliata a chi fa sport, ha proprietà diuretiche, depurative per il fegato e antinfiammatorie. Grazie alla discreta quantità di fibre, ha potere saziante e aiuta a regolarizzare l’intestino. Ma attenzione: quando è acerbo, il frutto è astringente. Tra le fibre presenti, anche la pectina, una valida alleata che contrasta l’assorbimento del colesterolo. 

Cosa significa nespola?

Un solo frutto e tanti significati: il detto «con il tempo e con la paglia maturano le nespole», oltre che un’indicazione di consumo, è un invito ad attendere con saggezza risultati che verranno a tempo debito. «essere indietro come le nespole significa essere molto in ritardo, perché la nespola europea è l’ultimo frutto estivo che giunge a maturazione in autunno. Con riferimento alla durezza del frutto acerbo, in senso figurato «dare una nespola»ha preso il significato di dare una percossa: e, per estensione, la nespola è diventata un grosso guaio improvviso, una batosta. E poi, per esprimere meraviglia e incredulità: «Nespole!».

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