Dal campo al carrello, il viaggio è breve. Il chicco di “grano antico” parte da un terreno biologico del Mugello, poi un mulino di Calenzano lo trasforma in farina e infine in un pastificio di Pistoia nascono tagliatelle, fusilli e penne. Sempre sui pascoli e nelle stalle del Mugello vivono le mucche che danno origine al latte bio, portato in seguito alla Centrale del latte della Toscana per essere confezionato.
Ultima tappa è lo scaffale del supermercato dove arrivano con il marchio Amù: una ventina di Coop.fi tra l’area fiorentina e mugellana per il latte, quattordici di questi per la pasta. Una filiera corta, che copre un raggio di circa 35 chilometri, quelli che noi percorreremmo in una quarantina di minuti di auto. Insomma un’eccellenza della porta accanto, che parla di territorio, ma soprattutto di qualità all’interno di un progetto più ampio per puntare sulle produzioni locali.
Ecco dove trovarli
La pasta è disponibile nei Coop.fi di: Barberino di Mugello, Borgo San Lorenzo, Empoli via Sanzio, Firenze Coverciano, Firenze Cimabue, Firenze Novoli, Firenze Ponte a Greve, Firenze piazza Leopoldo, Lastra a Signa, Prato via delle Pleiadi, Pontassieve, Sesto Fiorentino via Petrosa.
Il latte è disponibile nei Coop.fi di: Bagno a Ripoli, Barberino di Mugello, Borgo San Lorenzo, Dicomano, Empoli via Sanzio, Firenze Coverciano, Firenze Cimabue, Firenze Carlo del Prete, Firenze Gavinana, Firenze Novoli, Firenze piazza Leopoldo, Firenze Ponte a Greve, Firenze via Caracciolo, Pontassieve, Lastra a Signa, Prato via delle Pleiadi, Rufina, Sesto Fiorentino via Petrosa, Vicchio.
Fare squadra sul campo
La linea Amù, che ha appena debuttato nei punti vendita, è stata sviluppata dalla collaborazione tra Unicoop Firenze e AgriAmbiente Mugello, cooperativa con oltre mezzo secolo di storia, novanta persone occupate e più di trent’anni di esperienza nel biologico su 1350 ettari di terreno. Si tratta infatti della prima realtà in Toscana per il latte bio, con 3 milioni e mezzo di litri munti ogni anno. Da sempre fornisce a terzi le sue materie prime, ad esempio a Mukki, in questo caso però ha deciso per la prima volta di “fare in casa” creando un’etichetta propria e curando i singoli passaggi.
La novità è parte di una strategia complessiva per unire chi fa cooperazione sul campo e chi mette insieme i consumatori. «L’esigenza di puntare sulla valorizzazione delle filiere agroalimentari toscane – spiega Luca Braccesi, direttore acquisti di Unicoop Firenze – è stata evidenziata lo scorso aprile durante un forum organizzato da Legacoop Toscana, la lega delle cooperative, al fine di gettare le basi di una collaborazione tra le principali cooperative agro-alimentari della Toscana e quelle di consumo del Distretto tirrenico (l’associazione che rappresenta le cooperative di consumo con sede in Toscana, Umbria, Lazio, aderenti a Legacoop ).
L’obiettivo è accorciare la filiera e allo stesso tempo dare a soci e clienti un valore aggiunto, quello del legame con il territorio, offrendo prodotti di qualità. Facendo sistema assicuriamo sostenibilità alle imprese, che a loro volta generano ricadute occupazionali». Un orientamento verso le produzioni locali che Unicoop Firenze mette in pratica da tempo, con quasi mille fornitori toscani da cui, durante il 2022, è stata acquistata merce per 570 milioni di euro.
Latte bio e pasta da grani antichi
Il primo frutto di questo nuovo “patto” sono i prodotti a marchio Amù. «Grazie al rapporto con la cooperazione di consumo abbiamo trovato la forza di affrontare quest’avventura e sviluppare una nostra linea», dice Marta Landi, responsabile commerciale e sviluppo di AgriAmbiente Mugello.
Il latte biologico intero pastorizzato ad alta temperatura – tecnica che, non intaccando le caratteristiche organolettiche, assicura una conservazione fino a 28 giorni – proviene da 350 mucche di razza frisona allevate in Mugello.
La pasta bio, trafilata al bronzo e a lenta essiccazione, deriva dal semolato di antiche varietà di grano duro, che ben si adattano ai terreni mugellani e risultano maggiormente digeribili grazie a una minor forza del glutine rispetto alle coltivazioni moderne. Sono disponibili quattro formati: fusilli da grano Senatore Cappelli, penne da grano Khorasan e tagliatelle senza uovo di entrambi i tipi.
Un’idea maturata negli ultimi anni per mostrare al consumatore quanta attenzione c’è dietro a ogni singola confezione, osserva Landi. «Questi prodotti di filiera raccontano il nostro impegno per il territorio, per il benessere animale e per la sostenibilità del lavoro, aspetto su cui abbiamo una certificazione etica. Sui nostri terreni ogni anno le varietà coltivate sono diverse, avvantaggiando così la biodiversità – aggiunge -. I nostri animali hanno spazi a disposizione anche doppi rispetto ad altre realtà e abbiamo l’obbligo di farli pascolare e di alimentarli con sole materie prime bio prevalentemente di origine aziendale. Inoltre, non vengono sottoposti a trattamenti ormonali o antibiotici preventivi».
Freschi ogni giorno dalla Toscana
L’attività per fare rete fra grande distribuzione e cooperative di produzione intanto va avanti. Sul fronte dell’ortofrutta in Toscana si muovono principalmente tre grandi realtà, che coprono buona parte della regione, inviando i loro prodotti “del giorno” anche nei Coop.fi, in una filiera che garantisce provenienza locale, pochi passaggi e freschezza. Terre dell’Etruria, con oltre 3600 soci, opera tra Pisa, Livorno, Grosseto e Siena; Amica Frutta, cooperativa formata da agricoltori della Valdera, ha coltivazioni dalle colline al litorale pisano; infine, L’unitaria è stata fondata nella piana di Lucca, ma adesso con i suoi 500 soci copre cinque province, promuovendo anche progetti per la riscoperta delle varietà autoctone.
«Come Distretto tirrenico di Coop ci stiamo concentrando su una migliore pianificazione – precisa Braccesi -. Delineando insieme alle altre cooperative di consumo le quantità di cui abbiamo bisogno, permettiamo agli agricoltori di organizzarsi meglio e di programmare le semine. Questo da una parte dà una sostenibilità economica alle imprese in un periodo incerto, dall’altra accorcia la filiera e ha effetti positivi sul territorio, elementi che sono tra i valori fondanti di Unicoop Firenze. Contemporaneamente le cooperative di produzione, invece di lavorare ognuna per sé, stanno iniziando a realizzare progetti comuni per venire incontro alle esigenze dei consumatori». Detto in altre parole: non avversari, bensì giocatori di una stessa squadra.
Le sinergie proseguono pure in altri ambiti. Per il vino si consolidano i rapporti di Unicoop Firenze con Le Chiantigiane, il più grande consorzio vitivinicolo della Toscana, che conta 2460 ettari di vigneti e oltre duemila associati, e nel settore delle piante e dei fiori con Flora Toscana, cooperativa di produttori che mette in rete 250 soci e ha il suo quartiere generale a Pescia, nel cuore del distretto florovivaistico pistoiese. E per il futuro si guarda a formaggi e olio. Una riscoperta della filosofia originaria della cooperazione: unire i piccoli per affrontare grandi sfide.