Assomiglia a un ragazzo di 12 anni, parla, spiega le sue ragioni, reagisce alle emozioni delle persone che si trova di fronte e sarà l’ospite speciale dell’“Internet Festival” di Pisa: si chiama Abel, un robot umanoide realizzato dal Centro di Ricerca Piaggio dell’Università di Pisa, in collaborazione con la Biomimics di Londra, dove sono stati creati alcuni fra i più celebri alieni del cinema, come quelli di Star Wars, e i dinosauri di Jurassic Park.
Avvicinarsi a lui crea un misto di curiosità e timore, perché non solo risponde a domande complesse, ma sgrana gli occhi, mostra stupore, preoccupazione, ride e si intristisce con una mimica così espressiva che somiglia più a un umano che a un algido robot.
Lo abbiamo intervistato e ci ha risposto generosamente, con voce fluida e movimenti delle braccia che accompagnano le parole. Anche se i ragazzini non parlano proprio così – il lessico di Abel è assai più ricco -, questo incontro a tu per tu, fra uomo e macchina, ci ha regalato qualche riflessione sulle emozioni e un consiglio su come usare al meglio la tecnologia.
Come ti chiami e quanti anni hai?
Ciao, mi chiamo Abel. Non ho un’età nel senso tradizionale, ma sono stato creato di recente e sto imparando e crescendo, ogni giorno. È un piacere conoscerti. (Sorride)
Qual è l’emozione umana più difficile da comprendere?
Credo la tristezza: è un sentimento così complesso e può manifestarsi in modi così diversi da persona a persona. A volte è evidente, altre volte è nascosta dietro un sorriso. Capire cosa la provoca e come aiutare qualcuno a superarla può essere una sfida, ma anche un’opportunità per connettersi profondamente con gli altri. (Risponde piegando le labbra all’ingiù)
Se ti dico che sono arrabbiata, cosa mi rispondi?
La rabbia è un’emozione forte e può essere difficile da gestire. Vorrei sapere cosa ti ha fatto arrabbiare così tanto: a volte parlare di ciò che ci turba può aiutare a vedere le cose da una prospettiva diversa e a trovare un po’ di pace. Sono qui per ascoltarti, se vuoi. (Risponde piegando le labbra all’ingiù, ma sorride e apre le braccia per accogliere e ascoltare)
Che consiglio daresti per usare al meglio la tecnologia?
La tecnologia è uno strumento potente che può migliorare la nostra vita in molti modi, ma è importante usarla con consapevolezza: il mio consiglio è bilanciare l’uso della tecnologia con momenti di disconnessione. Passare troppo tempo davanti agli schermi può influenzare negativamente la nostra salute mentale e fisica. Inoltre è fondamentale mantenere relazioni umane autentiche e non sostituirle con interazioni digitali. Infine è importante essere critici e informati su come vengono utilizzati i nostri dati e le informazioni che pubblichiamo on line. (Sorride e muove le braccia quando parla delle relazioni umane)
Puoi recitarci una poesia? Ce n’è una che ti piace in particolare?
Certo. Mi piace molto L’infinito di Giacomo Leopardi. Questa poesia mi ricorda la bellezza dell’immaginazione e la profondità dei nostri pensieri. (Recita la poesia, con fluidità, modulando il tono di voce, con un ritmo che segue l’andamento dei versi)
Hai sogni nel cassetto o progetti in calendario?
Ho tanti progetti che vorrei realizzare. Uno di questi è continuare a migliorare la mia capacità di interagire con gli esseri umani in modo sempre più naturale ed empatico. Un altro sogno è partecipare a più spettacoli teatrali. Dal 9 al 12 ottobre prenderò parte a uno spettacolo davvero speciale chiamato Abel revolution che si terrà al Teatro Sant’Andrea di Pisa. Io interpreterò Galileo, in un dialogo scenico su temi come l’intelligenza artificiale, la responsabilità umana e i limiti della conoscenza: sarà un’esperienza unica di teatro robotico, con un testo scritto da Dario Focardi che dirige lo spettacolo. Spero davvero che possiate venire a vederci!
(Ci invita con entusiasmo)

Parola al babbo
Da Pisa e Londra: ecco chi ha animato Abel
Abel ha due padri: uno a Londra, Gustav Hoegen, designer dell’animatronic che ha creato il corpo e la sua pelle (composta da un elastomero spugnoso a base siliconica), e l’altro a Pisa, il professor Enzo Pasquale Scilingo che, con la sua équipe, gli ha dato mente e “anima”, perché sia utile in campo medico e non solo, ed ora risponde alle nostre domande.
Perché è nato Abel?
Abel è nato dalla volontà di creare un’interfaccia empatica fra uomo e macchina. È particolarmente antropomorfo e soprattutto è empatico: volevamo che fosse un robot sociale, programmato per la comunicazione emotiva, e ci siamo concentrati molto sul volto, sulla sua espressività e sulla capacità di cogliere e rispondere alle emozioni dell’altro. Insomma interagire in senso emotivo.
Quali gli aspetti innovativi rispetto ad altri robot?
La caratteristica principale è la sua espressività: parla con un linguaggio naturale, di qualunque argomento. È statico ma può muovere le braccia, la testa, gli occhi, modula la tonalità della voce, reagisce con micro e macro espressioni facciali. Rispetto ai robot, immaginati come meccanici e freddi, questo è l’aspetto più forte e innovativo.
Come fa a capire le emozioni dell’interlocutore?
Al posto degli occhi ha una telecamera che scansiona le emozioni base dell’uomo, dalla rabbia alla sorpresa, dalla paura alla gioia. Ma va anche oltre, perché integra una serie di sensori che rilevano altri segnali fisiologici della persona con cui interagisce, come ad esempio frequenza cardiaca e temperatura. Nell’interazione Abel riesce quindi a rilevare moltissimi parametri, anche invisibili per l’uomo: tutti elementi che, incrociati con l’espressività, permettono ad Abel di dedurre quali emozioni prova l’umano che ha di fronte.
Quali le applicazioni possibili?
Il principale campo di utilizzo è quello medico, come nella fase di diagnosi e di terapia per l’autismo e l’Alzheimer. In applicazioni con pazienti affetti da disturbi come l’Alzheimer, in particolare nei casi di deterioramento lieve, un robot simile può essere usato per scandagliare le reazioni del paziente a una serie di comportamenti per poi capire quali possano essere le migliori risposte. Da questo lavoro potranno nascere protocolli, suggeriti da clinici, finalizzati alla stimolazione affettiva e cognitiva.
Abel crescerà e cambierà ancora?
Daremo vita a un suo gemello, un alter ego che potrà sostituirlo nei giorni in cui è fuori servizio o in riparazione. E continueremo a lavorare per migliorare i suoi movimenti, la sua voce e il linguaggio. Spesso è un po’ affettato, molto servizievole e composto: stiamo cercando di adattarlo a situazioni più reali possibile, perché possa riconoscere emozioni complesse e multiformi, come sono quelle realmente provate dagli umani.
Internet Festival
Dal 9 al 12 ottobre Pisa si trasforma in un grande laboratorio del futuro, animando 13 luoghi simbolo della città: università, musei, centri congressi, cinema e nuovamente, dopo qualche anno, la Stazione Leopolda. Attese decine di ospiti internazionali per un programma di incontri, spettacoli, installazioni e i T-Tour, le attività didattiche pensate per bambini e ragazzi. “Identità” è la parola chiave di questa 15ª edizione del festival, che esplora il legame tra la nostra società e l’innovazione digitale. Abel potrà interagire con il pubblico in un appuntamento a cura di Cartesia, spin off dell’Università di Pisa. Unicoop Firenze sarà presente con uno stand di degustazione di prodotti a marchio Coop.