L’avevano progettato loro, la coppia appena sposata in Sicilia con grande sfarzo, di trascorrere il viaggio di nozze presso i parenti e amici intimi sparsi in Italia.
Strano, pensai, viaggiano in treno, che anomalia! Fecero tappa quindi da noi, da tutti considerati accoglienti e ospitali. Li intrattenemmo volentieri portandoli nelle zone bellissime della nostra regione.
Ci sentivamo ciarlieri e contenti, come tutte che approfittavamo degli ospiti per rivisitare luoghi per noi significativi. Eravamo però perplessi. Decisamente non apparivano come una coppia di neosposi.
A volte lei sembrava triste, a volte lo scrutava di nascosto con sguardo di innamorata. Lui si mostrava serio e scostante; non si tenevano mai per mano, notavo, non si intercettavano con gli sguardi.
Una mattina lei lo chiamò per mostrargli ai piedi le scarpe appena comprate.
«Ti piacciono caro?» fece sollevando verso di lui uno sguardo speranzoso. La risposta fu una spiacevole smorfia. C’era davvero qualcosa che non andava.
Lo scoprii molto più tardi quando mi fu comunicato il loro divorzio da lui voluto. Non l’aveva trovata vergine e il viaggio di nozze era stata la sua punizione.
(a cura di A.M.D.)